In una tesina universitaria un viaggio nel mondo dei media destinati ai cittadini immigrati nel nostro paese (4 milioni, il 7% della popolazione) – Un mondo poco conosciuto, che riserva anche delle sorprese, come i numeri di ‘’Stranieri in Italia’’ (30 testate multietniche, una radio, un programma tv e un portale internet) gruppo editoriale che fa capo ai proprietari della Western Union Italia – La storia e l’ analisi delle principali esperienze e iniziative del settore, da Metropoli a Mixa
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Trenta testate multietniche, che vendono mensilmente 160.000 copie, una radio, un programma televisivo e l’omonimo portale internet con 290.000 visite mensili.
E’ la radiografia del gruppo editoriale Stranieri in Italia, che fa capo ai proprietari della Western Union Italia e che si è conquistato un ruolo maggioritario se non addirittura di monopolio nel nostro paese nel campo dell’ editoria commerciale rivolta agli stranieri.
Perché c’ è anche l’ aspetto del business nel panorama delle attività di informazione per gli stranieri in Italia (ormai circa quattro milioni e mezzo di persone, il 7% dell’ intera popolazione del paese), delineate da una tesina di uno studente padovano in Scienze della Comunicazione, Luca Peruzzato.
‘’Carta stampata su valigie di cartone; l’ informazione per i nuovi italiani’’ (questo il titolo della Ricerca, realizzata con la guida del professor Raffaele Fiengo, che Lsdi pubblica) analizza quel mondo che – a differenza dei principali media italiani,  che guardano il fenomeno immigrazione solo in termini allarmistici e negativi -, conta su una miriade di periodici cartacei e siti web che affrontano in modo costruttivo il fenomeno dei ‘’nuovi italiani’’.
Le testate “etniche†– destinate a specifiche comunità e formate da un ristretto numero di collaboratori ormai perfettamente integrati – e testate “multiculturaliâ€,  testate multiculturali, gestite in maggioranza da cittadini italiani ma destinate soprattutto a un pubblico straniero e accomunate soprattutto da una forte interattività .
Fra queste ultime, in particolare, “Mixa – il magazine dell’ Italia multietnicaâ€, uscito nel gennaio 2010 nell’ area milanese e a cui si deve la definizione ‘’italiani nuovi’’ – e  Metropoli – settimanale multiculturale nato nel 2006 e pubblicato fino poco tempo fa da Repubblica. Due esempi di iniziative editoriali che partono dalla coscienza dell’importanza dell’ informazione e della sensibilizzazione dell’ opinione pubblica italiana sui temi dell’ immigrazione e dell’ integrazione.
Un settore in cui, naturalmente, gravitano anche interessi economici e imprenditoriali di chi punta su progetti mediatici rivolti ai “nuovi italianiâ€. E non è detto che non si profili un ottimo business, come sta accadendo per le testate del gruppo “Stranieri in Italia†e dal omonimo sito web. Anche in questo settore – commenta l’ autore della ricerca –  è in corso un mutamento strutturale con uno spostamento progressivo dell’ informazione sul web rispetto al formato cartaceo.
L’importante – aggiunge Peruzzato – è dar voce a chi voce non ha.  Come Ezio Mauro, direttore di “Repubblicaâ€,  scriveva su “Metropoli†all’uscita del settimanale: “Metropoli rappresenta un atto di fiducia nel dialogo, nella convivenza civile e nell’ arricchimento delle reciproche esperienze, nella possibilità di una crescita comune, in un’ Italia che sarà naturalmente diversa da quella che abbiamo conosciuto fin quiâ€.
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