Le edizioni online dei giornali moriranno prima di quelle di carta?
Lo sostiene Beppe Grillo prevedendo che le versioni digitali verranno cancellate per motivi di asfissia economica dalle testate madre mentre resteranno solo le testate online ‘’native’’ – Ma, si ribatte, fra i primi 100 siti web in Italia ci sono diversi quotidiani  e i loro ricavi pubblicitari superano ampiamente le spese – Quanto ai giornali solo online si tratta di iniziative ancora troppo giovani per poter prevedere se e come reggeranno
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Se, fortunatamente, si è spenta la moda di predire il momento in cui sarebbe stato stampato l’ ultimo quotidiano di carta, qualcuno comincia a parlare già di morte dei giornali online.
Beppe Grillo, ad esempio, che sul suo blog prevede la fine, per asfissia economica, non di tutte le testate digitali, ma delle edizioni online dei quotidiani cartacei. Una cosa che, sostiene, gli provoca anche un senso di fiducia nel ‘’futuro dell’ informazione’’.
“Moriranno prima i giornali di carta o le loro edizioni on line? Riflettete bene prima di rispondere alla domanda. La risposta è… “Le edizioni on line!“. “Come?” .. obietterete… ” L’on line è il futuro“. Lo è infatti, ma non per i giornaliâ€, sostiene Grillo.
“L’ edizione on line dei giornali è sostanzialmente in passivo, ed è in gran parte un copia e incolla di quella cartacea, ma costa banda, server, software (…). Quando i giornali di carta saranno vicini alla chiusura, per resistere ancora qualche mese o un anno taglieranno i costi di rete e vivranno dei magri proventi della carta. Come in nuova saga di Highlander sopravivveranno solo i nativi, per questo sono fiducioso nel futuro dell’informazione’’.
Ma l’ analisi non regge, come spiega ad esempio Tagliaerbe sul suo blog.
Ecco le sue considerazioni:
• tra i primi 100 siti web più visitati in Italia ci sono diversi giornali, tutti emanazioni di noti quotidiani cartacei: Repubblica, Corriere, Gazzetta, Il Sole 24 Ore, La Stampa, Corriere dello Sport. I primi fanno diversi milioni di utenti unici al mese e diverse centinaia di milioni di pageview, il che fa pensare ad una raccolta pubblicitaria di svariati milioni di euro, ben superiore ai “costi viviâ€.
• nei costi dei quotidiani online abbiamo banda, server e software, ma sicuramente non abbiamo carta, distribuzione, impianti industriali. I primi sono incredibilmente inferiori ai secondi, arrivare al break-even è molto più facile.
• gli esperimenti di giornali “solo online†sono troppo pochi (soprattutto in Italia), e il modello di business è ancora da definire: se prendiamo l’illustre esempio estero di The Daily, lanciato in pompa magna solo poche settimane fa, pare si stia rivelando un colossale flop, mostrando l’ancora scarsissima propensione all’acquisto di un “app-quotidiano†(seppur di qualità ).
• Il Post, Lettera43 e Il Fatto Quotidiano vengono spesso citati come esempi di editoria indipendente italiana e non legata a storici quotidiani, ma sono pochi, molto giovani e vengono comunque da storie molto diverse. (…)
E’ molto difficile – spiega ancora Tagliaerbe – fare i conti in tasca a questi siti web, e capire se e come camperanno sul lungo periodo.
I lettori italiani su Internet sono un numero finito, che impiega sulla Rete un tempo ben delimitato, e pertanto è assai improbabile che sopravviveranno e prospereranno tutti i giornali online vecchi e nuovi, siano questi “nativi†o “immigrati†dalla carta.
Quello che è certo è che vedremo nascere, o comunque evolvere, vari modelli di business e – io credo – ci sarà inevitabilmente una fase di convergenza fra alcuni editori cartacei e alcuni editori web, fase nella quale la carta, in declino ma con ancora un po’ di benzina nelle gambe, tirerà la volata al web.