L’ assegnazione del premio Pulitzer per il ‘’National Reporting’’ a ProPublica, un sito online di giornalismo investigativo (che comunque già l’anno scorso aveva vinto un premio nella sezione ‘’Investigative Reporting’’),  ha segnato una svolta nel mondo dell’ editoria e del giornalismo digitale. E’ una valutazione ampiamente diffusa sul web, che è importante registrare anche sul piano simbolico.
Internet ha superato la carta stampata in termini di raccolta pubblicitaria negli Stati Uniti e l’ anno prossimo dovrebbe superare anche la televisione, segnando così il definitivo sorpasso (almeno sul piano delle risorse economiche) dei nuovi media sui vecchi. E il massimo premio del giornalismo americano a un magazine che vive solo online è una conferma evidente della maturità che l’ informazione online ha raggiunto.
Tutti i commenti sull’ edizione 2011 del Pulitzer hanno, naturalmente, sottolineato questo aspetto. Lo fa anche John Cassidy in un post pubblicato su Rational Irrationality, il blog sul sito online del New Yorker. Aggiungendo però una serie di notazioni interessanti sulla crescente importanza che il giornalismo economico sta registrando in America.
Ed è significativo che anche il reportage di ProPublica a cui è stato assegnato uno dei premi principali sia di ambito economico: “The Wall Street Money Machine’‘, di  Jesse Eisinger e Jake Bernstein.
I giudici del Pulitzer premiano il giornalismo finanziario
di John Cassidy
La crisi dei subprime del 2007-2008 potrebbe essersi attenuata nella memoria recente, ma lunedì la commissione del Premio Pulitzer ha riconosciuto che i temi economici e finanziari continuano a dominare le news. Le mie congratulazioni a Jesse Eisinger e Jake Bernstein di ProPublica che sono stati premiati con il Pulitzer nella sezione Informazione nazionale; e a David Leonhardt, opinionista economico del New York Times che è stato premiato nella sezione dei Commenti.
Il premio a Eisinger e Bernstein è particolarmente notevole per il fatto che il loro reportage sul tema “La macchina dei soldi di Wall Streetâ€, è apparso solo online. Questa è la prima volta che un servizio di cronaca non pubblicato su carta ha ricevuto un Pulitzer, mostrando come le vecchie classificazioni stiano velocemente affievolendo.
Fino ad un paio d’anni fa, Eisinger era un mio collega opinionista a Portfolio, una rivista nella quale scriveva pezzi incisivi su Wall Street. Oggi scrive articoli altrettanto acuti  per ProPubblica, alcuni dei quali vengono ripresi nelle pagine del Dealbook del Times.
Chiaramente la commissione del Pulitzer è ancora concentrata sui principali quotidiani – sei dei dodici premi sono andati al Times (due), al Los Angeles Times (due), al Wall Street Journal e al Washington Post. Mail riconoscimento che il buon lavoro è anche quello fatto online è arrivato forse in ritardo. Se il giornalismo serio vuole avere un futuro, gli editori e i reporter online, che probabilmente sono già la maggior parte della professione, hanno bisogno di un incoraggiamento. E’ forse troppo sperare che uno di questi giorni un sito web for profit riuscirà a stare sul mercato sulla scia di ProPubblica, un’organizzazione no-profit che fornisce notizie, fondata da Paul Steiger, ex caporedattore del Wall Street Journal, e finanziata dalla Fondazione Sandler?
Anche il premio a David Leonhardt è stato gradito: i suoi articoli sono ben documentati e fanno spesso notizia. Tanto di cappello alla direzione del Times per averne messi accolti parecchi sulla prima pagina. Tutti gli scrittori economici dovrebbero essere grati alla ‘’sfacciataggine’’ del Times, che ha sovvertito la vecchia convenzione in base alla quale le analisi economiche dovrebbero star confinate nelle pagine economiche, laddove possono andare a braccetto con i comunicati dei rendimenti aziendali e i resoconti dei valori di borsa.
Ma l’ economia è troppo importante per questo!
(traduzione a cura di Stefania Cavalletto)