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Open data, per la commissaria europea Neelie Kroes sono “oro”

Inaugurando la strategia dell’ UE nel settore, la commissaria europea Neelie Kroes cita Regno Unito, Danimarca e Francia, ma non l’ Italia, che pure ha lanciato due mesi fa ‘dati.gov.it’ – E’ il risultato della inerzia sul piano della promozione dell’ iniziativa  mostrata dalla pubblica amministrazione -  Così Regno Unito, Danimarca e Francia vengono citate come esempi, ma il nostro paese resta nell’ ombra

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Neelie Kroes, Vice-Presidente della commissione responsabile dell’ agenda digitale europea, ha tenuto ieri a battessimo la Strategia per l’ Open Data varata dall’Unione Europea.

Nel suo discorso, il Commissario ha evidenziato gli aspetti fondamentali della Strategia:

1. Aprire gli archivi della Commissione a partire dal 2012.

2. Armonizzare le modalità con cui gli Stati membri renderanno riutilizzabili i propri dati pubblici (quest’ultimo punto è stato salutato come “una rivoluzione”, che dovrebbe consentire alle imprese di beneficiare ulteriormente del Mercato Unico).

Ma “il vero messaggio”, come ha sottolineato Kroes, è rivolto alle autorità pubbliche: “Non aspettate che questo pacchetto diventi legge. Liberate i vostri dati adesso – generando entrate e occupazione, e risparmiando grazie al conseguente miglioramento del flusso di informazioni e decisioni”.

Una manna digitale, quindi, che oggi genera 32 miliardi di euro l’anno; cifra che, grazie al pacchetto europeo, potrebbe raddoppiare. Non a caso, Kroes parla dei dati come del nuovo oro, e paragona le Pubbliche Amministrazioni a miniere da cui attingere a piene mani. Tutti. Le opportunità stimolate dalla Strategia europea, infatti, sono appannaggio di ognuno di noi: “imprese, giornalisti, studiosi e cittadini”.

Tra un esempio e l’altro (viene citato il meritorio lavoro svolto dal Guardian, così come iniziative quali OpenSpending.org e WheelMap), Kroes si sofferma su quegli “eroi che ci hanno mostrato cosa si può fare con l’ Open Data. Eroi come i governi britannico, danese e francese, persone come Tim Berners-Lee e organizzazioni come la Open Knowledge Foundation”.

E specifica: “Regno Unito, Danimarca e Francia – che la settimana scorsa ha lanciato data.gouv.fr – stanno facendo un lavoro eccellente”.

E l’ Italia? Il portale italiano dati.gov.it è stata lanciato da quasi due mesi, eppure sembra non aver suscitato alcune reazione a livello comunitario. In effetti, anche a livello nazionale, ad accorgersi della novità sono stati probabilmente solo i pochi addetti ai lavori. Accorgersi, poiché nulla è stato fatto dalla PA per promuovere l’iniziativa. Perché?

Le parole della Kroes lasciano pensare che il Commissario sia addentro all’ evoluzione di questi portali o, per meglio dire, progetti. Viene da chiedersi se anche l’Italia abbia cercato in tal senso un raccordo o un dialogo con la Commissione, o se dati.gov.it non sia semplicemente una vetrina, frutto delle pressioni di coloro che (esterni alla PA) credono caparbiamente nella cultura dell’Open Data. In due parole, dati.gov.it è solo un portale o è anche un progetto?

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