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Parte in Francia l’ edicola digitale

ePresse

Dopo alcuni mesi di lavoro, otto editori francesi hanno dato vita a ePresse, una edicola digitale che permette di acquistare il giornale online senza doversi per forza abbonare – L’ applicazione è già disponibile per i dispositivi mobili Apple e, a luglio, si estenderà a tablet e smartphone Android e WebOS – In Italia invece è caduta nel vuoto la proposta di edicola digitale lanciata da Simplicissimus: ‘’meno convegni e più fatti

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A Natale scorso avevamo dato notizia del futuro lancio di ePresse, una edicola digitale progettata dagli editori di otto giornali francesi. Ora l’ iniziativa è partita e l’ applicazione è già disponibile per i dispositivi mobili Apple e, a luglio, si estenderà a tablet e smartphone Android e WebOS.

Come osserva Pino Bruno sul suo blog, rivolgendosi agli editori italiani della Fieg, oltralpe ‘’le grandi firme dell’ editoria fanno meno convegni e più fatti’’. ‘’Invece di lamentarvi perché si vendono sempre meno copie in edicola e ancora troppo poche in versione digitale, prendete esempio dai vostri colleghi francesi’’, spiega.

Le testate impegnate sono Les Echos, L’Equipe, Le Figaro, Libération, Le Parisien/Aujourd’hui en France, L’Express, Le Nouvel Observateur e Le Point.

‘’I quotidiani sono pronti alle sei e trenta del mattino – racconta Pino Bruno -, i settimanali all’alba del giorno di uscita. Il potenziale lettore apre l’applicazione, scorre i titoli e decide l’eventuale acquisto. C’è un netto risparmio, rispetto all’edizione di carta, e poi le ultime dieci edizioni comprate restano disponibili nell’archivio personale.

Il lettore non è costretto ad abbonarsi, come accade invece in Italia con La Repubblica, Il Corriere della Sera e L’Espresso (fanno eccezione Il Sole 24 Ore e La Gazzetta del Mezzogiorno). La scelta è libera, così come in un’edicola tradizionale. Per fidelizzare l’utenza, dal prossimo autunno saranno comunque proposti anche gli abbonamenti’’.

Un elemento di grande rilievo è il fatto che gli editori francesi ‘’hanno capito che il digitale non è nemico dei giornali e che la qualità – non solo tecnologica – è l’unica risposta possibile. Le applicazioni dei singoli giornali sono dispersive e occupano troppo spazio sui dispositivi mobili. Tutti per uno, uno per tutti funziona sempre’’.

In Italia invece ‘’la proposta di Simplicissimus per l’edicola digitale STOP sembra essere caduta nel vuoto. Gli editori nostrani – conclude Bruno – preferiscono agire in ordine sparso, invocare maggior qualità giornalistica e poi pagare i collaboratori precari con cinque euro netti per ogni articolo’’.

Se va bene, aggiungiamo noi.