Paywall: per il NYT online oltre un milione di abbonamenti
Il 12% delle sottoscrizioni vengono da oltre confine – La testata deve registrare però nel terzo trimestre del 2011 un calo della pubblicità  (meno 8% nel terzo trimestre) che riguarda sia carta che digitale – Il primo ottobre partirà il paywall per il Boston Globe e in seguito anche per l’ International Herald Tribune
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a cura di Andrea Fama
Parte della scommessa giocata dal New York Times con l’ adozione di un paywall ibrido per il quotidiano online si basava sull’ ipotesi che l’ audience andasse oltre i lettori della costa del nord-est. In occasione della conferenza Goldman Sachs Communacopia, l’ amministratore delegato Janet Robinson ha rivelato che la testata non solo sta raccogliendo abbonati in tutta la nazione, ma anche oltre confine – il ché potrebbe essere di buon auspicio per il paywall simile che dovrebbe essere adottato quest’ anno dall’ International Herald Tribune, che fa capo sempre alla NYTCo.
Robinson – sottolinea Paidcontent –  non ha fornito dati aggiornati in merito agli abbonati digitali, che ammontavano a 224 mila nel corso del secondo trimestre di quest’anno, sostenendo che si tratta di dati che il NYT fornisce unicamente su base trimestrale. Tuttavia, ha connotato i numeri legati al paywall, riferendo che l’ 88% degli abbonamenti è interno agli USA e il 12% è di origine internazionale.
Parlando di numeri, bisogna anche considerare i 57 mila abbonamenti collezionati tra Kindle e Nook, oltre ai 100 mila utenti che hanno libero accesso al sito grazie al programma di sponsorizzazione della casa automobilistica Lincoln. A questi si aggiungono i circa 758 mila abbonamenti cartacei con consegna a domicilio, che prevedono anche un account digitale. Totale: “Ben oltre un milione, inclusi gli abbonati diretti o gli utenti sponsorizzatiâ€, commenta Robinson. “Si tratta di un numero impressionanteâ€.
In merito alle inserzioni, Robinson sostiene che a causa della sempre più profonda incertezza economica, i marchi sono meno propensi a impegni di spesa a lungo termine. Di conseguenza, la NYTCo registra un calo dell’8% nelle entrate pubblicitarie del terzo trimestre, con perdite del 10% per la versione cartacea e del 2-3% per quella digitale, in parte dovute ai continui problemi di About Group.
Tuttavia, prosegue Robinson, è difficile che le cose al New York Times vadano davvero male, evidenziando come quest’ anno sia comunque in crescita se si considerano alcuni aspetti problematici. L’ anno scorso, ad esempio, la British Petroleum ha speso una notevole quantità di denaro in pubblicità dopo il gigantesco inquinamento da petrolio nel Golfo del Messico, rischiando di distorcere i risultati dell’anno in corso.
Inoltre, i settori immobiliare, finanziario, automobilistico nazionale e quello dell’intrattenimento si sono indeboliti. D’altro canto, però, Robinson – continua Paidcontent – ha sottolineato di voler rafforzare il comparto pubblicitario delle telecomunicazioni e del lusso.
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Nonostante l’ adozione del paywall da parte del BostonGlobe.com, prevista per il primo ottobre, e l’ iniziativa dell’ International Herald Tribune, le spese relative al marketing ed alla manutenzione del paywall saranno in calo per l’anno in corso, secondo quanto riferito dal direttore finanziario Jim Follo.
“Lo scorso anno, la nostra spesa capitale ammontava a 35 milioni di dollari, inclusa la realizzazione del paywall, e ci aspettavamo che tale cifra calasse nonostante la crescita del business. Tuttaviaâ€, ha proseguito Follo, “continueremo ad investire nel paywallâ€.