Lettori e ricavi pubblicitari dell’ informazione online superano per la prima volta quelli della carta stampata – Il 46% degli americani nel 2010 ha utilizzato prevalentemente il web per informarsi, contro il 40% dei lettori di quotidiani (di carta o digitali), il cui fatturato pubblicitario è sceso del 46% nell’ arco di un quadriennio, toccando i 22,8 miliardi di dollari – L’ ottavo State of the News Media Survey realizzato dal Project for Excellence in Journalism
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Per la prima volta lettori e ricavi pubblicitari nell’ online negli Stati Uniti hanno sorpassato quelli della carta stampata, le cui redazioni, in un decennio, hanno ridotto del 30% i propri organici giornalistici.
Secondo quanto ha accertato lo State of the News Media survey, la (ottava) ricerca annuale condotta dal Project for Excellence in Journalism del Pew Research Center, nel 2010, negli Usa, il 46% dei cittadini hanno utilizzato per informarsi per almeno tre volte alla settimana l’ online, contro il 40% che si è rivolto invece ai quotidiani di carta e alle loro edizioni web.
‘’La migrazione verso il web ha accelerato’’, ha commentato Tom Rosenstiel, direttore del Project for Excellence in Journalism. “La rapida diffusione dei tablet e il successo degli smartphone hanno solo accentuato il fenomeno’’.
Gli ultimi dati mostrano che i giornali hanno sofferto non solo per la crisi economica, che ha indotto gli inserzionisti a chiudere i portafogli, ma anche perché sono cresciute le persone che hanno scelto di andare online per le notizie e perché la pubblicità ovviamente le ha seguite.
Così, i i gruppi editoriali che pubblicano i maggiori quotidiani, come Gannett (GCI.N), The New York Times (NYT.N) e McClatchy (MNI.N) stanno registrando ancora un calo dei ricavi pubblicitari, mentre gli altri media, come la televisione, stanno godendo di un rilancio delle vendite di inserzioni.
Nel 2010 – riporta Reuters – i ricavi pubblicitari nel campo dei quotidiani, nell’ arco di un quadriennio, sono calati del 46%, toccando i 22,8 miliardi di dollari (a cui, secondo il Rapporto, andrebbero aggiunti altri 3 miliardi di dollari per la pubblicità sui siti delle rispettive testate).
Intanto la pubblicità online nel 2010 è salta a 25,8 miliardi, secondo lo studio, che cita dati di eMarketer.
“Un problema per le testate giornalistiche è che una buona parte di questi soldi, il 48%, va nelle inserzioni destinate ai motori di ricerca e molto poco all’ informazione giornaliastica’’, precisa la ricerca.
L’ impatto di questa evoluzione della spesa pubblicitaria nell’ ultimo decennio – prosegue Reuters – si è concretizzata in una riduzione delle redazioni, che ha colpito sia Cronisti che redattori. Le redazioni attualmente hanno organici del 30% inferiori a quelli del 2000.
Intanto, mentre una trentina di quotidiani sono passati o stanno passando a un sistema a pagamento delle notizie online, solo l’ 1% degli utenti hanno scelto di pagare.
E solo il 23% dei cittadini interpellati hanno detto che sarebbero disposti a pagare una somma sui 5 dollari al mese per accedere alla versione online del loro quotidiano locale nel caso esso fosse costretto a chiudere.
Complessivamente, riporta il Wall Street Journal, il direttore del progetto, Tom Rosenstiel ha spiegato che, oltre ai giornali, anche l’ informazione televisiva (locale, nazionale e via cavo), le radio e le riviste hanno perso audience, mentre il consumo di informazione sull’ online è cresciuto del 17% rispetto al 2009.
Tra l’ altro, ha aggiunto, la gente sta cominciando ad abituarsi ad avere Internet disponibile in tasca, sugli smartphone o i tablet. A dicembre il 41% degli americani ha detto di aver appreso le principali notizie di politica internazionale e interna su internet, più del doppio del 17% dell’ anno precedente.
La percentuale di persone che si informano sulla Rete è seconda solo alla Tv locale, che dal 1960 è la piattaforma più seguita e che – ha ricordato Rosentiel – era stata la principale responsabile della morte dei quotidiani della sera.
La diffusione dei quotidiani nel 2010 ha continuato a declinare visto che erano il 52% quelli che leggevano un giornale (online o su carta) nel 2006, rispetto al 40% del 2010.