L’ ironia, la potenza di connessione e la visibilità permessa dall’uso degli #hashtag su Twitter segnano nuove strade con cui i media mainstream si relazionano con i contenuti web – Giovanni Boccia Artieri: ’i media inglobano l’uso tattico dei tweet dandogli voce, amplificandolo, e allo stesso tempo riconducendolo all’interno delle logiche informative dei media stessi’’, ma alla fine tutti questi fenomeni rappresentano ‘’il tentativo di riprendere nelle nostre mani la narrazione, il racconto di quello che proviamo a vivere nel nostro Paese’’
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L’ ironia, la potenza di connessione e la visibilità permessa dall’uso degli #hashtag su Twitter sono i tre ingredienti attraverso cui le persone si appropriano di un terreno proprio dell’ informazione giornalistica, segnando anche i nuovi modi con cui i media mainstream si relazionano con i contenuti web.
Giovanni Boccia Artieri dedica un ampio articolo su Apogeonline ( ‘’ Il tunnel della Gelmini, i tic dei giornalisti e noi’’) alle modifiche che si stanno registrando nella costruzione della realtà narrativa nel nostro paese.
I media generalisti – racconta Boccia Artieri – hanno flirtato con i contenuti diffusi tramite i ‘’tormentoni’’ via hashtag (i #morattiquotes per la Moratti o i #masiampazzi dedicati a Pierluigi Bersani durante il referendum, fino all’ apoteosi dei neutrini della Gelmini – #tunnelgelmini) producendo articoli e servizi che miscelavano l’espetto di costume con il contenuto politico, spesso approfondendo poco le motivazioni alla base di questo tipo di produzioni: un pizzico di indignazione, tanta ironia e, alla fine, una moda diffusa da riprendere quando si è alla ricerca di un modo di portare la rete come news sulle argomentazioni in agenda.
Ma, aggiunge Boccia Artieri, ‘’i media inglobano l’uso tattico dei tweet dandogli voce, amplificandolo, e allo stesso tempo riconducendolo all’interno delle logiche informative dei media stessi: si tratta solo di news, tutte equivalenti, spesso utili a colorare i pezzi con luoghi comuni come «lo dice il web». Inoltre l’interpretazione del significato che sta dietro alla produzione di ogni tweet viene espropriato a chi lo produce per diventare racconto mediale’’.
‘’Ma è solo un strategia del giornalismo affamato di facili novità che dà troppa voce a delle chiacchiere da bar? Oppure siamo di fronte a un tentativo di (ri)appropriarsi del territorio dell’informazione, di scuotere con una semantica diversa il modo di raccontare il nostro Paese? Capisco – osserva ancora il ricercatore – che sembri difficile pensare a semplici tweet come a un modo di costruire l’opinione pubblica. Eppure possiamo pensare a questi fenomeni come il tentativo di riprendere nelle nostre mani la narrazione, il racconto di quello che proviamo a vivere nel nostro Paese. Ed è un racconto fatto in modo trasparente e visibile, in pubblico(…).
Narrazioni che ti fanno sentire parte di qualcosa che va oltre il fatto di essere un singolo individuo e che ti fanno pensare che questo sentirti parte di qualcosa ha un valore. Piccoli passi, certo, ma che stanno dietro alle possibilità di trasformazione di una società ’’.