Giornali online: per guadagnare di più bisogna misurarsi meglio
Anno per anno i ricavi pubblicitari in Internet crescono progressivamente, fino a superare (negli USA) i 17 miliardi di dollari nel primo semestre 2012.
Ma questi ricavi stentano a raggiungere le tasche degli editori dei giornali digitali, forse anche per la scarsa affidabilità dei sistemi di valutazione dei lettori:
“Online audiences have grown rapidly and measurement tools have failed to keep up. Advertisers want to know how big an audience is in what way it accesses content – but so far publishers haven’t been able to show this to the market in a unified way”.
La necessità di un nuovo strumento di misurtazione, efficace e credibile
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di Antonio Rossano
Il sito di analisi e informazione su editoria e giornalismo,  TheMediaBriefing, riporta che Audit Bureau of Circulation e PricewaterhouseCooper avrebbero siglato un accordo per la realizzazione di un report comune ad inizio 2013 con la finalità di fornire dati precisi ed accurati,  “deduplicati†relativi alle visite dei lettori dei giornali cartacei e, separatamente di quelli online . (E’ nota anche la problematica che i dati relativi alle visite dei giornali online sono inaffidabili in quanto se un utente accede da più dispositivi in momenti diversi, ciascuna di queste visite viene conteggiata come unica assoluta mancando, ad oggi, sistemi di misurazione che riescano ad evitare tali duplicazioni).
La necessità di uno strumento efficace e credibile inizia a farsi sentire, visti gli scarsi ricavi pubblicitari per gli editori dei giornali online che risultano ancora insufficienti, nonostante gli investimenti pubblicitari generali in Internet (USA) siano aumentati del 14% rispetto allo stesso perido 2011, toccando i 17 miliardi di dollari nel primo semestre del 2012, come riportato nel rapporto IAB(elaborato proprio da PricewaterhouseCooper) , dei quali però solo una piccolissima parte finisce nelle tasche degli editori.
Insomma sembra che il denaro per la pubblicità in rete stia progressivamente aumentando , anche se questi ricavi vanno a finire nelle tasche dei soliti big player, suscitando le preoccupazioni degli editori. O come, oltreoceano, le ire degli editori europei (dopo quelli brasiliani).
Insomma, se da un lato il giornale cartaceo sembra, come affermato dall’Ing De Benedetti, destinato ad un ruolo diverso, non avendo più le caratteristiche spazio-temporali adeguate ai flussi informativi attuali, nonostante i molteplici tentativi per tentare di “mantenerlo in vitaâ€, dall’altro le risorse disponibili non sono ancora sufficienti a garantire al digitale una adeguata sostenibilità .