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Convergenza al Wall Street Journal, i giornali come organizzatori del ‘caos’

Le strategie editoriali dei giornali e la ricerca di nuovi modi di coinvolgere gli utenti (sì, utenti..non più lettori),  sembrano dover passare necessariamente attraverso decise e tecnologicamente avanzate convergenze mediatiche.

 

I flussi informativi vedono gli utenti navigare in un fiume di immagini e testi di cui sono i catalizzatori e bersagli, non sempre con effettive capacità organizzative.

 

I giornali  hanno la possibilità di divenire gli organizzatori di questo caos, luoghi identitari di ordinamento delle informazioni, raccogliendo nei propri spazi flussi congrui ed uniformi, di vari formati, consistenze e dimensioni.

 

 

di Antonio Rossano

 

 It’s video. It’s a streaming tablet product that’s this week’s #1 free news app in Apple’s App Store. And it’s The Wall Street Journal — founded in 1889.

 

Con questa frase, Ken Doctor presentava, lo scorso settembre, su Nieman Journalism Lab, WSJ Live, application video evidentemente orientata alle piattaforme mobile come tablet e smartphone, ma in realtà disponibile su tutte le piattaforme televisive interconnesse (Apple iPad, Roku,  Boxee, Etisalat, Vizio, Panasonic Connected TV, Samsung Smart TV, Sony Internet TV, Yahoo!® Connected TV)

 

Con un vigore quasi innaturale Doctor continuava: “Non è  Fox News. Non è CNN. Non è New York Times news video. WSJ Live è una cosa a sè stante ed un modello per l’industria editoriale. Gli editori di giornali possono raccontarci che si stanno trasformando in “Multimedia companies” ma la maggior parte di loro si basa ancora sul testuale.  WSJ Live è un nuovo prodotto video che permette di sfruttare al meglio le moderne tecnologie convergenti,  facile da guardare e da usare per I propri clienti.”

 

È notizia di oggi che la piattaforma, con 19,7 milioni di visualizzazioni video nel solo mese di maggio (!), si appresta a sbarcare su Xbox, una delle console di gioco più diffuse al mondo, e quindi con l’ idea di aprire ad un nuovo pubblico ed alle diverse disponibilità del suo tempo.

 

Uno dei suoi punti di forza è sicuramente il sistema semplice e comodo di abbinare una programmazione di video, interessanti e di qualità, al sistema on-demand, costituito da un catalogo on line e sempre disponibile.

 

Intendiamoci, i video sono tutti ritrovabili sul sito WSJ.com, ma l’esperienza non è la stessa. Nel momento in cui ci si connette al WSJ Live (abbiamo provato da Iphone) parte immediatamente il video in programmazione in quel momento, ma volendo, mentre il video scorre in sottofondo, è possibile docilmente sfogliare il catalogo e selezionarne un altro.

Il video “Unfriended: The Facebook IPO Debacle” uscito oggi, diretto dal produttore indipendente Naftali Beane Rutter, “segna l’inizio di uno sforzo per produrre video lunghi e più approfonditi” da parte del Wall Street Journal, come scrive il vice caporedattore Alan Murray in una nota al personale e come riportato da Poynter.

 

Mentre accade questo, il New York Times ha iniziato a pubblicare i suoi video “lunghi” su Hulu, tentando di allargare l’audience per questo tipo di prodotto e Huffington Post si prepara a lanciare per luglio il suo live-streaming network.

 

Sempre in nome della convergenza non possiamo omettere di ricordare che, domenica scorsa, durante la competizione automobilistica “Nascar race”, Twitter ha mandato in TV la sua prima pubblicità video con l’idea che “15 secondi “on-air” equivalgono ai 140 caratteri di un tweet” …

 

Stay Tuned !!

 

 

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