Se il panel si fosse tenuto anche solo un anno fa, probabilmente il primo punto da  cui avremmo cominciato sarebbe stato “cos’è l’open dataâ€. Oggi che invece è quasi una moda (con tutte le insidie che ciò nasconde) ci occuperemo di come si fa open data, di chi lo fa, e di quanto ‘costa’ farlo.
Con l’obiettivo di resistere alla tentazione di dipingere scenari più o meno futuribili e di scattare, invece, una fotografia quanto più analitica dell’attuale stato dell’arte, ascolteremo le esperienze dirette di chi i dati li usa per mestiere – nel giornalismo, nelle istituzioni, nell’imprenditoria – e proveremo a capire come si muove (quando si muove) un mercato che in Italia è ancora molto pigro.
Proveremo a individuare sinergie, opportunità , criticità , punti di forza e di debolezza dell’open data e relative declinazioni. Ci chiederemo se è possibile calcolare un ROI dell’esperienza italiana nei vari settori, e se sì, qual è il risultato finora.
E guardando al futuro, faremo anche un passo indietro, per discutere se sia realistico parlare di open data se non nel quadro di una più ampia strategia di open government, e se questa sia effettivamente possibile senza una vera legge sulla libertà di informazione (Freedom of Information Act – FOIA) che sancisca anche in Italia il diritto di ogni cittadino ad accedere alle informazioni della pubblica amministrazione.
Perché l’evoluzione tecnologica è davvero efficace solo se accompagnata da una adeguata evoluzione culturale.
Parteciperanno all’incontro:
Vittorio Alvino (presidente Associazione Open Polis,tra i vincitori di Apps4Italy)
Isacco Chiaf (data designer, autore di un Facebookmentary sulla strage di Piazza della Loggia)
Mauro Munafò  (giornalista e autore di Partiti Trasparenti)
Jacopo Ottaviani (giornalista e autore di Patrie Galere)
Mario Tedeschini Lalli (giornalista, Vicedirettore Innovazione e Sviluppo, Gruppo Editoriale L’Espresso)
Massimo Zaglio (Open data Ninja presso il Consorzio TOP-IX,  nonché parte dell’ Open Data Team di Regione Piemonte)