Dopo la curation verrà la ‘’curation geolocalizzata’’? L’ ipotesi è al centro di un articolo che Atelier.net dedica a una nuova piattaforma, Frrole, che propone di creare giornali locali sulla base dell’ aggregazione e del trattamento di tweet provenienti dalla stessa zona.
Il servizio, che al momento è in versione beta  – spiega Atelier –, consente per ora di accedere a 50 città di sei paesi: Australia,  Canada, India, Singapore, Regno Unito e Usa. Proponendo serfizi di informazione in scala con la propria città o il proprio paese, sulla linea del giornalismo iperlocale.
“Il concetto è interessante, anche se non è chiara la pertinenza del contenuto locale, visto che nessun dato consente di affermare che, per esempio in Francia, gli utenti di Twitter geolocalizzano i loro tweet’’ sottolinea Damien Van Achter, sviluppatore editoriale e fondatore del laboratorio di sperimentazione digitale Lab Davanec.
Più in particolare, la piattaforma propone una aggregazione di tweet di informazione, sia originali che riferibili, via link,  ad articoli esterni. Per ottenerlo, Frrole analizza città per città in tempo reale 10 milioni di messaggi selezionandole solo lo 0,1%. Questi tweet vengono poi organizzati per sezioni, come ‘sport’, o ‘viaggi’. Come? Grazie a tre strumenti. Il primo, e più importante, è un algoritmo di trattamento dei tweet, analisi automatizzata del linguaggio e distruzione dello spam, che copre circa il 90% dell’ insieme. A questo si aggiungono il contributo della comunità , per un 5%, e una redazione per il restante 5%.
Oltre al vantaggio dell’ automatizzazione, il sistema ha anche quello del numero di fonti. Gli aggregatori tradizionali ne utilizzano qualche migliaia, Frrole invece usa milioni di individui o di organizzazioni. Anche se “a prima vista il tutto non sembra molto diverso dda altri servizi di questo stesso tipoâ€, tutto dipenderà dall’ efficacia dell’ algoritmo, sostiene Damien Van Achter . Aggiungendo che ‘’l’ aspetto locale ha bisogno di una équipe che conosca quell’ ambiente per andare a cercare l’ utente fino all’ ultimo chilometro, e questo ha un costo, e poi è più difficile attirare gli inserzionisti’’.