Instagram: dopo FB e Twitter, un nuovo importante strumento giornalistico?

Ottanta milioni di utenti, 5 milioni di fotografie prodotte ogni giorno, Instagram sta diventando uno strumento molto interessante per le redazioni, tanto che l’ AP ha chiesto ai suoi inviati alle Convention presidenziali di utilizzare anche le immagini non ufficiali, i ‘dietro-le-quinte’, scattate con i loro smartphone.

 

Oltre all’ Associated Press, racconta Editorsweblog, anche NPR, NBC, New York Times, New Yorker, Wall Street Journal e Washington Post stanno cercando di sfruttare le opportunità offerte dalla miscela di interazione sociale e creazione di contenuti che caratterizza Instagram 

 

 

Ma c’ è anche chi sostiene che l’ uso delle foto Instagram sarebbe giornalisticamente ‘’poco etico’’  visto che i filtri finiscono per produrre una immagine falsa, che ha poco a che fare con la realtà, alterando notevolmente l’ atmosfera. I fotogiornalisti comunque tendono a utilizzarlo non tanto come un sostituto del fotogiornalismo tradizionale quanto un modo per entrare in contatto con il pubblico, ricevere feedback e capire quali foto hanno il maggiore impatto

 

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Se pensavate che l’ applicazione di photo-sharing Instagram  fosse poco più di una piattaforma per permettere ai bambini ricchi di inviare le foto dei loro yacht di lusso, ripensateci. I giornalisti e gli  organi di informazione stanno utilizzando sempre di più questa app, che nell’ aprile scorso Facebook ha rilevato per 1 miliardo di dollari, come uno strumento per fare cronaca.
NPR, NBC, The New York Times, The New Yorker, Wall Street Journal e il Washington Post – spiega Amy Adfield su Editorsweblog.org – sono solo alcune delle grandi testate giornalistiche che stanno cercando di sfruttare le opportunità offerte dalla miscela di interazione sociale e creazione di contenuti che caratterizza Instagram. Solo qualche giorno fa i fotogiornalisti incaricati di coprire le Convention presidenziali per l’ AP sono stati invitati dall’ azienda ad usare il loro canale di feed personale su Instagram a titolo professionale: #aponthetrail è stato progettato per dare al pubblico anche quella visione più intima, meno ufficiale, di alcune fasi della campagna presidenziale americana, che in genere non venivano pubblicizzate.

 

Instagram ha attualmente 80 milioni di utenti che producono 5.000.000 di fotografie ogni giorno e l’ opzione “mi piace” che accompagna ogni immagine incoraggia attivamente il coinvolgimento degli utenti. La combinazione di una grande community online e la disponibilità di forti funzioni interattive è un mix inebriante per le testate giornalistiche desiderose di aumentare la visibilità del loro marchio fra il pubblico digitale. Parlando alla Columbia Journalism Review,  Santiago Lyon, il direttore del settore fotografico della AP,  ha detto che l’ inserimento di Instagram nelle attribuzioni dei giornalisti ha ampliato la strategia della testata sul fronte dei social media. “Avevamo visto i nostri fotografi usare gli iPhone per riprendere momenti non ufficiali, strani, o interessanti che avevano incrociato e quindi abbiamo chiesto loro di poter disporre ufficialmente dei loro account Instagram. Stiamo curando direttamente l’ incontro tra giornalismo e media sociali, che integrerà l’ informazione mainstream “, ha aggiunto Lyon.

 

Instagram sta diventando una risorsa preziosa anche per i giornalisti con poca esperienza fotografica. Ashley Parker, un reporter del New York Times che ha seguito la campagna presidenziale di Mitt Romney, ha raccontato la sua passione per Instagram in un  colloquio telefonico con Heather Murphy, di Slate. Anche se solo poche immagini da dietro-le-quinte scattate da Parker sono arrivate sul blog di politica del Times, esse tuttavia hanno aggiunto una prospettiva diversa ai servizi più ufficiali che scandiscono la campagna elettorale.

 

Eppure non tutti sono convinti che l’ applicazione abbia un ruolo da svolgere nel giornalismo e nella cronaca. Nick Stern, un fotogiornalista, ha scritto un articolo di commento per CNN.com dal titolo “Perché le foto Instagram ingannano lo spettatore”, condannando l’ uso delle foto ‘’ritoccate’’ da parte delle redazioni in quanto non etico, nella convinzione che l’ uso dei vari filtri disponibili su Instagram produca una falsa immagine, che ha ben poca relazione con la realtà. Stern continua giudicando del tutto ‘’esagerata’’ l’ indicazione secondo cui Instagram consentirebbe a chiunque con una macchina fotografica di produrre foto ‘’artistiche’’ con il clic su un pulsante.

Ugualmente, la scelta del bianco e nero di per se stesso non migliora una foto di scarsa qualità, né l’ aggiunta di un tocco “vintage” ad un’ immagine può risolvere problemi di composizione o di messa a fuoco.
La ‘’sofisticazione’’ delle immagini è senza dubbio un problema reale per il giornalismo. I filtri possono alterare notevolmente l’ atmosfera di una foto, rendendola più drammatico o tranquilla a seconda dei desideri del fotografo. Anche se non è obbligatorio utilizzare i sistemi di ritocco, grandi testate giornalistiche si sono poste la questione dei problemi di verità e di contesto sollevati dalle funzioni di editing dell’ applicazione.

 

NPR, adesempio, fra le prime ad avvicinarsi all’ applicazione, insiste sul fatto che tutte le fotografie caricate sul proprio account Instagram rispettano gli stessi standard giornalistici di quelle pubblicate sul suo sito principale. L’ AP ha seguito l’ esempio, mentre altre redazioni preferiscono andare sul sicuro ed evitare di utilizzare Instagram nella cronaca di vicende serie. Sia il Wall Street Journal che il New York Times hanno limitato il loro uso di Instagram alla copertura settimanale della moda, un campo in cui è improbabile che l’ uso di filtri provochi qualche discussione sull’ etica delle applicazioni fotografiche.

 

E’ presto per dire se Instagram si rivelerà per il giornalismo uno strumento efficace come Facebook e Twitter. Attualmente il servizio non consente agli utenti di inserire link ad altre fonti, come siti web, ad articoli collegati o a fotografie di altri, e quindi è difficile che così possa diventare una piattaforma mainstream più interessante giornalisticamente di altri programmi dei social media.

 

Tra l’ altro, i giornalisti che hanno abbracciato Instagram non tendono a vederlo come un sostituto del fotogiornalismo tradizionale. Piuttosto, il sito è in gran parte utilizzato dai fotogiornalisti come un modo per entrare in contatto con il pubblico, ricevere feedback e capire quali foto hanno il maggiore impatto.

 

Come Murphy giustamente sottolinea, “Instagram è un ecosistema che cambia in fretta, che chiunque può utilizzare in termini giornalisticamente alti. A patto di essere disposti a impegnarsi”.

 

Fonti: CJR, Poynter (1) (2), Slate, CNN