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La fabbrica dei giornalisti / la presentazione del Rapporto

E’ stato presentato alla Federazione della stampa, a Roma, l’ aggiornamento – con i dati relativi al 2011 – del Rapporto sulla professione giornalistica in Italia a cura di Lsdi.

 

Nel corso dell’ incontro – per il terzo anno consecutivo – è stato fatto il punto sulla condizione del lavoro giornalistico nel nostro paese con l’ intervento dei rappresentanti delle varie istituzioni del giornalismo organizzato.

Oltre a:

–  ipertrofia del numero di giornalisti nei confronti degli altri paesi,

– aumento del gap nelle condizioni di reddito del giornalismo dipendente rispetto a quelle del lavoro autonomo

– progressivo invecchiamento della professione

– contrazione del numero di rapporti professionali,

 

il Rapporto di Lsdi (vedi scheda sopra) segnala anche

 

– la progressione degli stati di crisi nelle testate giornalistiche – sono stati trattati solo nel 2011 55 accordi, di cui una decina ancora aperti, relativi a una cinquantina di testate e ai maggiori gruppi editoriali italiani –, con un alto flusso di prepensionamenti; –

– il sostanziale blocco del turn over: i praticanti sono scesi da 1.306 del 2009 a 868, mentre dal 2007 al 2011 solo nei tre maggiori gruppi, Rcs, Espresso e Mondadori, sono stati tagliati quasi 3300 posti, il 21% circa del totale.

 

Una situazione che, osserva Lsdi, sta producendo un progressivo invecchiamento della professione e uno squilibrio nel rapporto fra attivi e pensionati che preoccupa gli istituti di categoria.

 

Il presidente dell’ Inpgi, Andrea Camporese ha sottolineato come il rapporto fra attivi e pensionati continui a scendere, passando da 2,58 del 2010 a 2,45 del 2011.

 

Mentre Daniele Cerrato, presidente della Casagit, ha indicato che oggi i pensionati sono il 27% dei soci, mentre nel 2008 erano il 22%. Tra l’ altro, la maggiore contrazione riguarda il settore dei contratti Fieg-Fnsi – quelli che producono la parte più consistente della massa retributiva -, scesi a 14.951 rispetto ai 15.172 del 2010 (con una diminuzione dell’ 1,46%).

 

Marina Cosi, ex presidente del Fondo complementare (che ha recentissimamente concluso il suo mandato), si è soffermata, invece, sulla ancora troppo scarsa attenzione dei giornalisti autonomi e freelance nei riguardi di strumenti, come il Fondo complementare, capaci di dare più certezze per il loro futuro.

 

Proprio sul rapporto tra chi è tutelato da un contratto e chi svolge la libera professione (spesso non per scelta) è intervenuto il Presidente della Fnsi, Roberto Natale, sottolineando che, nonostante i forti segnali di crisi nel mondo del lavoro dipendente alcuni elementi positivi si stanno delineando nel mondo variegato del lavoro autonomo.

 

Il richiamo è stato evidente alla definizione della legge sull’  ‘equo compenso’ che martedì prossimo dovrebbe vedere la luce in via legislativa.

 

Il Segretario generale, Franco Siddi, concludendo i lavori ha sostenuto, tra le altre cose, che nella situazione attuale diventa ”sempre più necessaria una profonda riforma della legge istitutiva dell’ordinamento professionale dei giornalisti che, tra l’altro, giace in Parlamento da anni inascoltata”.