Una esperienza di satira schierata contro ‘’le quattro ‘P’ che inquinano e avvelenano l’ informazione: Padroni, Pubblicità , Prestiti bancari e Partiti politici’’ .
Quello della satira è un alfabeto non facile da capire, spiega Carlo Gubitosa, direttore della rivista, bisogna saper leggere tra le righe, ma forse adesso anche il pubblico sta uscendo dal ventennio di televisione devastante.
Â
Â
 di Fabio Dalmasso
La satira è quel genere letterario caratterizzato da un’attenzione critica alla politica e alla società , che mostra le contraddizioni e promuove il cambiamento.
Oggi, in Italia, fare satira intelligente non è da tutti e occorre segnalare e sostenere chi, nonostante le mille difficoltà , ci riesce. È il caso della rivista Mamma! (www.mamma.am), esperienza quasi unica all’ interno del panorama editoriale italiano e che in questi giorni è impegnata in una difficile sfida per la sopravvivenza e ha lanciato una ‘’campagna abbonamenti’’: 300 nuovi abbonati entro dicembre.
«Ad oggi ce ne mancano 110 – dice Carlo Gubitosa, direttore editoriale della rivista –. Richiamandoci a Leonida alle Termopili, abbiamo deciso che sarebbe stato meglio morire coerenti piuttosto che venderci e snaturare il nostro progetto. Per noi la coerenza è importante».
Una coerenza che parte da lontano e che affonda le sue radici nei 50 numeri dell’ inserto satirico monopagina Paparazzin allegato al quotidiano Liberazione. Paparazzin era un inserto intelligente, ben realizzato e curato, ma la formula grafica andava superata per realizzare un prodotto nuovo: «Ci siamo guardati attorno – ricorda Gubitosa, 41enne con alle spalle esperienze di freelance culminate con la collaborazione con Liberazione –,  gli spazi per il giornalismo a fumetti erano molto stretti e così abbiamo optato per l’ autoproduzione, diventando, cioè, editori di noi stessi».
Una scelta coraggiosa che si realizza nel primo numero di Mamma!, uscito nel settembre 2009, e che subito si caratterizza per il suo linguaggio, un connubio sapiente che dà visibilità al cosiddetto graphic journalism, un giornalismo cioè fatto di vignette e disegni basato sempre sui canoni che caratterizzano il racconto della notizia, l’approfondimento e l’analisi. Un linguaggio che si rifà alla tradizione della satira, con la sua ampia dose di libertà , ma tenendo ben salde la guida dell’ informazione alternativa, vera e professionale.
Â
Le quattro P che inquinano l’ informazione
Â
I risultati non tardano ad arrivare: la rivista, che si aggiudica il Premio satira politica di Forte dei Marmi, migliora numero dopo numero e i fedeli dell’irriverente Mamma! aumentano, attratti dalla qualità del prodotto e da quel bellissimo messaggio che si trova sul sito: “I satiri, i fumettari e i giornalisti di Mamma! condividono un progetto ambizioso: realizzare la prima rivista italiana di giornalismo illustrato e satira d’ inchiesta libera da Padroni, Pubblicità , Prestiti bancari e Partiti politici, le “quattro P†che inquinano e avvelenano l’informazione italianaâ€. Semplice, diretto, chiaro.
E ancora, dal progetto editoriale della rivista: “Diventare una fonte credibile di informazioni per chi non si fida più dei media commerciali […] Produrre la rivista che noi vorremmo leggere e che compreremmo se fosse in edicola perchè non troviamo più Cuore, Il Male o Frigidaireâ€.
«Ora Il Male è tornato in edicola – sottolinea Gubitosa – tutti noi di Mamma! siamo figli di queste riviste, le abbiamo lette e abbiamo imparato da loro, ma abbiamo arricchito queste esperienze con le competenze che abbiamo maturato nel mondo del giornalismo». Gubitosa racconta il fascino di fronte al potere d’informazione che una vignetta ha, spesso superiore al classico articolo, reportage o inchiesta.
Â
Â
Â
Fare satira oggi
Ma quanto è difficile fare satira oggi in Italia? «Per certi aspetti è facile, per altri può essere complicato», spiega Gubitosa. Da un lato la satira, come altri settori giornalistici ed editoriali, può usufruire dei vantaggi tecnologici: «Ad esempio abbiamo pubblicato un libro di Marco Pinna, Governo Ladro. Manuale di Antieconomia per non farsi fregare dai tecnici nonostante lui viva in Germania, dove fa l’operaio. In altri tempi non sarebbe stato possibile, ma oggi, sfruttando Internet, si può lavorare a distanza, con costi più bassi. Così si possono far emergere nuovi talenti».
Le difficoltà , invece, provengono dal linguaggio stesso della satira, che richiede una capacità di lettura e comprensione tale che non tutto il pubblico ha, «soprattutto quello devastato dalla televisione e da certi giornalismi. Quello della satira è un alfabeto non facile da capire, bisogna saper leggere tra le righe, ma forse adesso anche il pubblico sta uscendo dal ventennio di televisione devastante».
Â
Â
Â
La carta non sta morendo
L’esperienza di Mamma! può anche essere letta come un segnale forte rivolto alla carta, cioè a quel giornalismo stampato che ogni giorno viene dato come defunto o in procinto di morire, sopravanzato da Internet e dai vari e-book o tablet: «Noi pensiamo di aver intercettato un genere di giornalismo molto importante che risponde alla domanda: perché dovrei comprare un giornale di carta quanto sulla rete trovo tutto? La risposta è nella qualità . Sulla rete non c’è quella qualità che noi cerchiamo di realizzare con i fumetti, le vignette e il data journalism. E poi l’esperienza di lettura del graphic journalism sulla rete o su gli e-book non è la stessa cosa che su carta».
“Ci piacerebbe cambiare in meglio il mondo che ci circonda, consapevoli che Don Chisciotte non ha combinato poi molto, ma strada facendo si è divertito un casino…†scrivono gli ideatori di Mamma! nel loro Manifesto. Se anche voi volete provare a cambiare il mondo e divertirvi mentre ci provate non dovete far altro che abbonarvi a Mamma! Qui trovate tutte le informazioni per come fare: www.mamma.am/mamma/articoli/art_9356.html.