Una informazione di profondità , di tempi lunghi, fatta di reportage e di ritratti minuziosi, all’ insegna del miglior ‘’locale’’.
E’ « Narratively », un nuovo concetto giornalistico nato da poco a New York con l’ ambizione di essere del tutto differente e innovatore, come commenta Jean-Pierre Borloo sul  blog dell’  Ajp, l’ Association des journalistes professionnels (AJP) del Belgio.
Non mancano certo in giro le informazioni a New York ma – osserva il giornalista -, ad eccezione del New Yorker e del New York Times Magazine, sono tutte presentate in un formato da notizie brevi, che rivaleggiano sul piano dell’ immediatezza, sull’ effetto annuncio tipo Twitter, sul flusso continuo… Narratively invece ha imboccato la strada opposta, privilegiando l’ approfondimento, l’ investigazione, il reportage, la descrizione minuziosa e l’ ambito strettamente locale. E abbracciando un approccio multimediale.
Ogni settimana viene scelto un tema diverso, che viene declinato sotto varie forme: per esempio, un lungo reportage il lunedì, un documentario il martedì, una raccolta di testimonianze fotografiche il mercoledì, un soggetto radiofonico il giovedì, un film il venerdì… Tutti i format vengono utilizzati in questa testata, che lavora solo online.
Partecipano alla realizzazione di Narratively una trentina di giornalisti. La redazione è diretta da una giovane giornalista indipendente, Noah Rosenberg, 29 anni, esperta di reportage scritti, ma anche fotografici e in video.
L’ inziativa è stata sostenuta da diversi investitori, fra cui l’ ex Ceo di Google, Eric Schmidt. Ma ha ricorso anche al sostegno degli internauti, tamite la piattaforma di crouwdfunding « Kickstarter », ottenendo più di quanto si aspettasse:  802 internauti hanno versato la somma di 53.740 dollari.