Ventinove testate giornalistiche americane hanno costituito NewsRight, una piattaforma che dovrebbe consentire agli editori di seguire accuratamente i propri contenuti sul web, contribuendo a correggere le storture del mercato attuale per cui le redazioni stanno soffrendo nonostante la crescita tumultuosa della domanda di contenuti sul web, sostiene David Westin, ex capo di ABC News e presidente di NewsRight.
“Gran parte di questa crescita digitale va a beneficio di aziende che non assumono giornalisti oppure che ne hanno un numero ridotto e che si basano sull’ utilizzo di contenuti originali realizzati dai produttori di informazione tradizionali”, aggunge Westin.
Si tratta – sottolinea NiemanLab – di una maniera elegante di comporre la tensione irrisolta fra testate tradizionali da una parte e aggregatori e blogger dall’ altra, ”alcuni dei quali perfettamente legittimati, ma altri assolutamente scandalosi’’.
I dettagli di questa nuova inziativa non sono ancora noti, ma NewsRight  proporrà alle testate associate una piattaforma attraverso cui ‘’vendere’’ e distribuire i propri contenuti a terzi. Il software include un sistema che consente di registrare chi si avvicina a quei contenuti e di valutare se essi vengono invece ‘’rubati’’. E se sarà necessario, l’ azienda fornirà anche delle indicazioni di carattere legale.
Il sistema si basa in parte su un software messo a punto nel 2009 dall’ Associated Press e chiamato ‘’beacon’’ (faro), un codice che, inserito all’ interno dei propri contenuti, consentiva all’ agenzia di tracciarne il percorso. L’ AP fu sottoposta allora a un fuoco di fila di critiche da parte del mondo digitale (Buzzmachine: ‘’ L’ Associated Press sta diventando il nemico di internet perché combatte i link e i link sono la base di internet’’). Ma ora quel faro ora è stato ‘’acceso’’ nella nuova piattaforma.
Westin, che per anni si è occupato di queste cose a Washington come legale, ha spiegato comunque che NewsRight non è Righthaven, l’ aggressivo ‘poliziotto’ del copyright che è stato costretto a chiudere. “Non siamo nati per fare cause – assicura Westin -, anche se non escludiamo che ciò possa accadere in qualche occasione. Qualcuno può decidere di fare un’ azione legale e noi lo sosterremo con le informazioni e i dati che raccogliamo. Ma si tratta di processi molto costosi, lenti, che fanno perdere un sacco di tempo’’.
Fra i soci di NewsRight figurano alcuni dei maggiori gruppi editoriali americani, fra cui Hearst Newspapers, McClatchy, MediaNews, The New York Times, Scripps e il Washington Post.L’ AP resta nel consiglio d’ amministrazione anche se in una posizione di minoranza.
Ai 29 soci si sono aggiunte altre 30 aziende editoriali, che rappresentano più di 800 siti web di quotidiani Usa.