In cinque mesi ben otto milioni di persone hanno scaricato la applicazione del Guardian su Facebook e ogni giorno continuano a farlo 40.000 utenti. Un dato straordinario per il quotidiano britannico, ma non è il solo: secondo i dati riportati da Tanya Cordrey, direttrice del settore Sviluppo digitale del giornale, per la prima volta sono arrivati sul sito del Guardian più utenti dalla rete sociale che da Google.
E’ stato così durante diversi giorni di febbraio, precisa il giornalista Martin Belam sul suo blog.
“E’ solo questione di tempo, ma presto le reti sociali diventeranno il principale motore di traffico per molti dei prodotti del Guardianâ€, ha aggiunto Cordrey.
La notizia è al centro di vari commenti. Pierluca Santoro, sul sito dell’ Osservatorio europeo di giornalismo, segnala come il Guardian rappresenti nel panorama europeo uno dei più evidenti casi virtuosi di buona pratica.
Spiega Santoro:
Il quotidiano anglosassone da tempo dimostra concretamente la sottile ma fondamentale differenza tra essere online ed essere parte della Rete. Approccio che risulta nel concreto molto premiante come documentato dal successo dei numeri di visitatori al sito del giornale di gran lunga superiore alle performance di altri quotidiani concorrenti.
Scelta strategica che vede ora aggiungersi un ulteriore tassello, un altro elemento, apparentemente marginale che invece ritengo di grande peso e valore. E’ stata infatti annunciata una partnership con le principali organizzazioni ed istituzioni del mondo dell’arte britannico che farà diventare The Guardian l’hub, la piattaforma di riferimento per le più qualificate imprese ed i migliori avvenimenti in tale ambito. Creandosi in questo modo, partendo da una nicchia di interesse relativamente ristretta numericamente ma qualitativamente di grande rilevanza, una comunità di interesse, un pubblico attivo interessato al tema specifico all’interno del proprio sito web.
Mentre Frédéric Filloux, nella sua ultima MondayNote, segnala una serie di motivi per cui, a suo parere, le redazioni delle grandi testate dovrebbe stare su Facebook. Non ultima le ragioni demografiche, dal momento come mostra la tabella qui sotto la maggior parte degli utenti di FB hanno fra i 18 e i 24 anni, un gruppo che, per un giornale come il Guardian, è molto difficile raggiungere.