Per un Freedom of Information Act in Italia. Subito.

[gallery]Singoli cittadini, esponenti di associazioni, giornalisti, politici e professori universitari interessati al tema del diritto di accesso alle informazioni della Pubblica Amministrazione hanno deciso di mettere insieme le loro esperienze per lanciare un’iniziativa pubblica, aperta e orizzontale, che informi i cittadini del loro diritto a conoscere e dei modi per esercitarlo. Le motivazioni e la documentazione a sostegno dell’iniziativa sono raccolte sul sito Web www.foia.it.

 

L’Italia è l’unico paese democratico al mondo a non riconoscere inequivocabilmente ai propri cittadini il diritto di accedere alle informazioni pubbliche, subordinando la richiesta della documentazione della PA a un interesse diretto del singolo cittadino, ed escludendo esplicitamente la possibilità di un suo utilizzo come mezzo di controllo generalizzato sulla pubblica amministrazione.

 

Una revisione della legge in tal senso consentirebbe a chiunque, indipendentemente da ogni specifico interesse, di aprire i cassetti dell’apparato pubblico e provare a rimettervi finalmente ordine.

 

Ci sono almeno dieci buoni motivi per volere una vera legge sulla trasparenza amministrativa, giacché oltre a sancire il diritto di ogni cittadino a conoscere, avrebbe altre importanti conseguenze di cui il nostro paese ha urgente necessità.

 

Ponendo rimedio alla opacità delle decisioni amministrative che ostacolano gli investimenti delle imprese, renderebbe chiari gli elementi che causano i ritardi negli iter dei procedimenti, chiarirebbe le responsabilità e quindi favorirebbe la semplificazione. Lo snellimento e la maggiore chiarezza delle procedure contribuirebbe ad arginare anche il fenomeno della corruzione, sempre più esteso nel paese.

 

In questa situazione tutti gli italiani possono contribuire ognuno per le loro competenze e nei loro settori ad affrontare i problemi che bloccano lo sviluppo della società civile e impediscono la ripresa economica.

 

Naturalmente, importantissime sono le ricadute che una legge simile avrebbe sul giornalismo. Infatti, la totale trasparenza di quanto sta alla base delle decisioni pubbliche (i pareri interni, i documenti, le “carte” insomma), a tutti i livelli, non è solo un formidabile strumento di “buon governo”, ma è anche strumento per un buon giornalismo (basato su fatti e documenti), così in grado di contribuire più efficacemente al corretto processo di formazione dell’opinione pubblica. E di riavvicinare cittadinanza e istituzioni.

 

L’adozione di un FOIA, inoltre, contribuirebbe a superare il ritardo cronico che l’informazione accumula su determinate questioni di primario interesse. Pensiamo alle nomine dei vertici delle varie autorità che regolano il sistema-paese. Alcune di queste (Agcom, tanto per fare un esempio) sono attualmente in discussione, ma nulla è dato sapere. Se non a posteriori. A cose fatte.

 

Ebbene, se è naturale che nessuno voglia il giornale di ieri, forse bisognerebbe dire basta anche al “giornalismo di domani”, del giorno dopo.