‘’Un nuovo ambiente che ti permette di fare in parte lo stesso che fai su Twitter o su Linkedin, ma con un riconoscimento economicoâ€. E’ così che Aldo Daghetta, uno dei fondatori, ha presentato a Perugia etalia, la nuova piattaforma di veicolazione di contenuti che è possibile usare anche come un social network, e che sarà online ‘’fra qualche settimana’’.
In pratica – ha precisato Pierluca Santoro, esperto di comunicazione e marketing – , ogni giornalista, blogger, redazione o utente che voglia avere uno spazio d’espressione su internet, può acquisire maggiore visibilità con le sue pubblicazioni; può filtrare le informazioni che gli interessano visualizzandone le fonti; può guadagnare, vendendo singoli articoli o un pacchetto, secondo la sua scelta. Soprattutto, può avere accesso alle notizie in base a parametri che lui stesso può scegliere, quali l’area geografica, la fonte dell’informazione, la sua rilevanza, la data, la lingua, e non più solo secondo un criterio di popolarità , che è quello attualmente più usato per ottenere informazioni nel web, attraverso la ricerca per parole chiave o attraverso la rilevanza di ciò che è più cliccato dagli utenti.
Da un punto di vista puramente tecnologico il progetto di etalia (definito come una sorta di ‘’giornale molecolare’’) davvero sembra essere all’avanguardia – commenta Natasha Fioretti sul sito dell’ Osservatorio europeo di giornalismo -, ma da un punto di vista giornalistico invece, della qualità e dell’etica dell’informazione in particolare, bisognerà vedere all’atto pratico come funzionerà davvero una volta online.
Come fa, infatti, una piattaforma tecnologica a decidere, definire e selezionare quali sono i contenuti di qualità che devono emergere da una ricerca mirata lanciata dall’utente? La qualità giornalistica dei contenuti è semplicemente definibile attraverso degli algoritmi e una semantica intelligente che nell’indicizzazione dei contenuti, tiene conto di correlazioni, sentimenti e geolocalizzazione?
Ultima ma non meno importante incognita – continua Fioretti -, i grandi editori: se, infatti, da un lato la piattaforma potrebbe davvero coinvolgere ed entusiasmare i singoli utenti, i giovanissimi, professionisti della comunicazione, blogger, giornalisti e piccole testate che in Etalia troverebbero un’ecosistema informativo innovativo, gratuito, fatto su misura per loro, dall’altro bisogna vedere se riuscirà a fare lo stesso con i grandi editori che fino ad oggi non si sono mostrati particolarmente aperti, disponibili e lungimiranti verso nuove soluzioni. Per loro, ma non solo, Etalia prevede anche la vendita dei contenuti, che sia il singolo articolo o l’intero giornale, dalla quale il 90% del ricavo va a chi pubblica il contenuto, il 10% alla piattaforma. E permette inoltre la personalizzazione della propria interfaccia e l’ottimizzazione dell’infrastruttura da parte di terzi.
Pubblicità , editori, semplici utenti, giovanissimi, giornalisti, professionisti della comunicazione, blogger e informazione: se tutti questi ingredienti ci saranno in una giusta ed equilibrata miscela che prende forma secondo i concetti chiave di interazione, condivisione, sociabilità e remunerazione – conclude l’ Ejo – il progetto di Etalia che fin’ora ha raccolto investitori per 2,2 milioni di euro potrebbe essere vincente e fare la differenza. Sul mercato italiano, che secondo la società ha un potenziale di 8.4 milioni di utenti unici e 16 milioni di utilizzatori internet,  ma anche internazionale visto che la piattaforma sarà multilingue.