Pubblicità / Arriva lo spot durante la chiamata telefonica (e altre segnalazioni)
Alcune indicazioni di temi e articoli sul mondo e i problemi della pubblicità raccolti qua e là sulla Rete
SellARing: arriva la pubblicità durate la chiamata telefonica!
La società  sellaring ha infatti studiato e messo a punto un sistema di annunci che va a sostituire il suono della chiamata nei primi 10 secondi di connessione. In pratica dovrebbe mettere al posto del “tuuu, tuuu†un annuncio pubblicitario.
Microsoft reinventa la pubblicità , ecco i Kinect NUads
I Kinect NUads (Natura User Interface ads)Â sono clip pubblicitari che consentono allo spettatore di interagire in tempo reale con il brand pubblicizzato, servendosi delle funzioni di gestural e vocal interface proprie di Kinect.
Now Available apre le porte al ‘’consumatore creativo’’
Accedendo al sito www.cambialapubblicita.it è infatti possibile per chiunque candidarsi per partecipare in prima persona al cosiddetto “brainstormingâ€, il momento in cui in una agenzia di comunicazione il team creativo seduto intorno ad un tavolo condivide spunti e riflessioni, con l’obiettivo di trasformarli in idee per la pubblicità .
Quando l’informazione deve dire basta alla pubblicità ”
Giovanni Boccia Artieri: ‘’Affrontare in tempo reale le news richiede più semplicemente di ripensare le strategie di inserzione pubblicitaria seguendo il flusso emotivo degli accadimenti. A volte infatti la migliore promozione (per il brand e la testata) è farla tacere’’.
Pubblicità in cambio di equity, può funzionare?
In Europa, dove per le giovani imprese la situazione è ancora più difficile rispetto a quella dei competitor d’oltreoceano, alcuni media group si sono inventati un nuovo modo per aiutarle: concedere loro spazi commerciali in cambio di quote azionarie
Facebook: la maggioranza degli utenti non clicca sulla pubblicitÃ
Un nuovo studio, condotto da CNBC e Associated Press, ha rilevato che il 57% degli utenti di Facebook non viene mai coinvolto e non clicca mai sui contenuti commerciali del sito, mentre solo il 26% sostiene di farlo, ma raramente.