Quotidiani online: un grande traffico non garantisce ritorni economici adeguati
Il ‘’Mail online’’ è il quotidiano online più letto al mondo con oltre 50 milioni di visitatori unici al mese (Ottobre 2012), seguito da New York Times (48,695 mln) e Guardian (38,931), secondo una ricerca di comScore, che ha compilato la classifica dei primi 10 quotidiani digitali per numero di lettori.
Lo riporta Pier Luca Santoro sul Giornalaio, spiegando però come, a parte il caso del Mail (che recentemente ha annunciato profitti addirittura superiori alle attese), ‘’ non pare che grandi volumi di traffico di per sè siano garanzia di ritorni economici adeguati’’.
Insomma, un vero e proprio bollettino di guerra che testimonia ulteriormente la necessità di passare dal piedistallo allo sgabello.
I Primi Dieci Quotidiani Online al Mondo
di Pier Luca Santoro
comScore ha diffuso ieri i dati degli utenti unici dei siti dei quotidiani nel Mondo. Seppure i dati siano parziali poichè prendono in considerazione esclusivamente le versioni online di giornali che hanno un omologo cartaceo escludendo le testate alla digital come testimonia, uno per tutti, l’assenza dell’ Huffington Post, restano comunque d’interesse.
Secondo le rilevazioni di comScore nel mese di ottobre di quest’anno 644 milioni di persone, pari al 42,6% del totale degli internauti, hanno visitato almeno una volta l’edizione online di un quotidiano. Di questi ben 338,7 milioni di visitatori [51%] nel mese si concentrano nei primi dieci quotidiani e 137,6 milioni [21,3%] sono appannaggio dei primi tre: «Mail Online», «The New York Times» e «The Guardian».
Ad esclusione del primo, del «Mail Online» che recentemente ha annunciato profitti addirittura superiori alle attese nonostante un valore ridotto per CPM rispetto agli altri quotidiani britannici, non pare che anche grandi volumi di traffico di per sè siano garanzia di ritorni economici adeguati.
Il calo, ormai da inizio 2012, dei ricavi pubblicitari del «The New York Times», le perdite consistenti del Guardian Media Group non sono un caso isolato.
Anche gli 8 giornali del Tribune [che includono il «Los Angeles Times» hanno serie difficoltà e sono stati posti in vendita, il Telegraph Media Group, seppure abbia complessivamente un bilancio positivo, vede calare i suoi ricavi e Washington Post Co. continua ad accumulare perdite e i ricavi dall’online sono stati in calo del 14% nell’ultimo trimestre e pare ormai certo abbia intenzione di adottare un paywall, anche se non è dato di sapere se “metered†o completamente chiuso, nel 2013.
Neppure i 12 giornali della Advance Digital, gruppo Conde Nast, se la passano tanto bene con 600 licenziamenti nonostante venga riportata una crescita del 22% dei ricavi dall’area digital, segno evidente dell’ennesimo caso in cui i ricavi dall’online non compensano le perdite della versione cartacea.
Un vero e proprio bollettino di guerra ahimè che testimonia ulteriormente la necessità di passare dal piedistallo allo sgabello.