Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

‘’Sbullonatori’’ in azione per smontare il dominio del pensiero pubblicitario

Diciotto processi e qualche multa ancora non troppo salata: è il curriculum di Les Déboulloneurs” (gli sbullonatori), uno dei gruppi più attivi impegnati in Francia in una campagna di disobbedienza civile contro il sistema pubblicitario.

 

Lo racconta Ambienteambienti.com, analizzando  lo sviluppo impetuoso dei movimenti che Oltralpe si battono contro il dominio culturale del  pensiero pubblicitario, contro  ‘’l’incalzante assedio mediatico che istiga al consumismo sfrenato ed è responsabile di più forme di inquinamento’’.

 

Nato a Parigi nel 2005 il collettivo Les Déboulloneurs è tra i promotori più efficaci di azioni mirate a smontare, anche in senso simbolico, i pannelli pubblicitari.
Tra loro ingegneri, professori, imprenditori, artisti, operai, studenti. Les Déboulloneurs oggi contano su una rete organizzata in tutta la Francia che, grazie al tam tam comunicativo delle loro azioni ed alla risonanza mediatica, fanno parlare di sé fin dentro le stanze dei Tribunali.

 

 

L’ultimo recentissimo, appena lo scorso 8 ottobre, contro sei indagati di ‘’degrado di schermi pubblicitari nelle metropolitane’’.

 

«Ogni volta che entriamo in Tribunale è già una mezza vittoria – racconta Antonin Mulart, uno dei sei attivisti denunciati, uscendo dall’aula del Tribunale con un grande sorriso   – perché possiamo denunciare pubblicamente nelle sedi legali l’ inquinamento ambientale e visivo della pubblicità, gli effetti di distrazione, soverchiamento oppressivo e manipolazione mentale che ne derivano. Per noi, questo è poi un processo particolarmente importante. Oggi gli schermi pubblicitari, i pannelli luminosi animati e l’arredo urbano intelligente sono i più pericolosi supporti della comunicazione pubblicitaria. Dietro il loro funzionamento, c’è una manipolazione psico-tecnologica continua per influenzare la società, ma non solo: sono altamente energivori, e quindi anti-ecologici per eccellenza, poiché impongono uno spreco smisurato di risorse, con costi che gravano sulla collettività».

 

Il fine che giustifica i mezzi – Armati di scale, bombolette e carta adesiva, i Déboulloneurs si muovono ed agiscono pubblicamente ed a volto scoperto. Sotto gli occhi dei passanti e delle forze dell’ordine deturpano i pannelli affissi negli spazi della metropolitana, sviliscono le gigantografie, degradandole con messaggi che rompono lo schema stesso della pubblicità.

 

Se il metodo potrebbe forse essere opinabile per alcuni, l’obiettivo però – osserva Ambienteambienti – è indubbiamente nobile.

 

«Noi non chiediamo la soppressione della pubblicità ma desideriamo ridurla a ciò che è: un semplice strumento informativo, da cui abbiamo il diritto di sottrarci visivamente. Pretendiamo che si apra un dibattito nazionale sul ruolo della pubblicità nello spazio pubblico, per giungere ad una modifica della legge sulle affissioni pubblicitarie.

 

La nostra proposta è una riduzione della misura dei cartelloni che attualmente giganteggiano per le strade e nelle metropolitane ad una taglia più umana: 50 x 70, come quella concessa alle attività non commerciali», spiega ancora Antonin. «Noi ci assumiamo davanti alla legge la responsabilità delle nostre azioni tese a sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti subdoli dei messaggi pubblicitari, perché vogliamo portare il potere pubblico a far rispettare la legge proprio nelle sedi decisionali, nell’interesse della collettività».

 

Non stupisce allora che i Débulloneurs – continua Ambienteambienti – trovino consenso tra movimenti politici ecologisti ed intellettuali di fama.

 

Anche Serge Latouche, noto economista della decrescita, è stato tra i testimoni in uno dei passati processi, argomentando come le azioni del collettivo siano una legittima risposta all’aggressione pubblicitaria per frenare l’impatto sociale dell’alienazione consumista indotta dall’eccesso di pubblicità nell’ambiente.

 

Un dibattito che – conclude l’ articolo – presto potrebbe seguire lo stesso destino anche in Italia?