Qualche giorno fa una ricerca del Pew Project for Excellence in Journalism aveva segnalato che per ogni dollaro guadagnato dai giornali in pubblicità sull’ online ci sono 7 dollari che vanno persi sulla carta. Ma, secondo Alan Mutter, uno dei maggiori analisti dell’ industria editoriale americana, la situazione sarebbe molto peggiore. In un’ analisi appena pubblicata su Newsosaur, Mutter osserva che dal 2005 gli editori hanno perso 26,7 miliardi di dollari in ricavi da pubblicità su carta, mentre quelli dalle inserzioni online sono stati solo 1,2 miliardi. E quindi il rapporto sarebbe non di 7 a 1, ma di 27 a 1.
La mia analisi – spiega Mutter – parte dal 2005, l’ anno migliore di tutti i tempi per la pubblicità nei giornali, quando stampa e digitale insieme avevano totalizzato quasi 50 miliardi di dollari (49,4). Da allora il settore è calato senza fermarsi  fino ai 23,9 miliardi del 2011, il punto più basso raggiunto dal 1984, secondo le stime della NAA (Newspaper Association of America).
Comparando I risultati delle vendite pubblicitarie anno per anno a partire dal 2005 (come si vede nella tabella) si nota bene come I ricavi da inserzioni su carta sono calate costantemente e quelle online sono aumentate per quattro anni per poi declinare anch’ esse dopo la nuova Recessione del 2008 e 2009.
Il risultato netto è che 26,7 miliardi di dollari sono svaniti negli stessi sei anni che ha visto ricavi dall’ online per complessivi 1,2 miliardi di dollari.
La differenza fra le mie conslusioni e quelle del Pew – spiega Mutter – è che quella ricerca dava conto dei risultati dei quotidiani negli ultimo due anni, un periodo in cui la gran parte degli editori ha mostrato più enfasi che mai nella realizzazione di ricavi digitali per compensare le perdite della carta.
E se gli sforzi – pur in ritardo – sxono in ogni caso benvenuti, gli editori hanno molto da fare per tamponare la situazione.
Anche perché, se i ricavi digitali nei quotidiani sono cresciuti del  9,1% dal 2005, il mercato globale della pubblicità online, secondo i dati pubblicati a metà 2011 dall’  Internet Advertising Bureau, è aumentato del 60%.