Non si può dire che il tempo sia al bello stabile e quindi si stanno sviluppando velocemente iniziative e strumenti digitali per aiutare i giornalisti nelle situazioni di crisi, che si moltiplicano ai quattro angoli del pianeta. Ed è la cooperazione con i lettori e, spesso, con le ONG, consentite dalle nuove tecnologie, a dimostrarsi decisiva.
Ne parla Metamedia.fr in un articolo in cui segnala, ultima in ordine di tempo (è stata annunciata in questi giorni ad Amsterdam al Festival Picnic), la piattaforma di giornalismo d’ urgenza sviluppata dall’ European journalism centre. Si tratta di una sorta di ‘’borsa degli attrezzi’’ per i giornalisti inviati su terreni difficili:
catastrofi naturali, conflitti, crisi umanitarie… Una attrezzatura di pronto soccorso che contiene fra le altre cose, applicazioni di cartografia e di gestione delle testimonianze dei cittadini, “best practicesâ€, ecc.
L’ importanza delle mappe interattive Â
A volte non esistono. E’ stato il caso del terremoto di Haiti nel 2011, in cui per la prima volta la piattaforma Ushaidi ha dato per la prima volta prova della sua utilità .
E’ molto spesso utilizzata dai media anche Open Street Map, una carta del mondo online gratuita, frutto di una collaborazione di massa, che conta su più di 700.000 utenti registrati.
Ancora più soprendente – commenta Metamedia – il fatto che gruppi di volontari addestrati sono ormai mobilitabili su richiesta dei media (o di organizzazioni internazionali). Per esempio quello della Standby Task Force (SBTF), che raccoglie nel mondo circa 900 persone in possesso di competenze precise per affrontare le crisi. Comunicano via Skype Chat e gestiscono online le informazioni si una determinate mappa nel quadro di un protocollo preciso e conosciuto.
Ogni regione ha la sua équipe di verifica.Una buona parte del lavoro viene realizzato via Ushaidi, immagini satellitari e tabulati Excel.
La struttura, spiega Helena Puig Larrauri, co-fondatrice della SBTF, offre géo-localizzazione. Controllo dei media locali, trattamento delle immagini satellitari, verifica e trattamento delle foto dei cittadini, traduzione oltre ad altri servizi su richiesta.
In Egitto questa rete è stata utilizzata durante la Primavera araba e guidata da giornalisti esperti della Reuters. “Le competenze del giornalista, sviluppate in anni e anni, sono alla base di questo lavoroâ€, spiega Anahi Ayala Iacucci, di Internews e consulente della Banca Mondiale.
Ecco lo schema di funzionamento:
Ecco invece uno schema di funzionamento della task force per la Libia:
Spesso, la testata, insieme alle Ong locali, parla dei problemi in corso e dà le brutte notizie e, aggirando I servizi d’ urgenza classici, si trasforma in fornitore di servizi utili in tempo reale per i cittadini, come accadde al Washington Post in occasione di una memorabile tempesta di neve che si abbatté sulla capitale nel 2010.
Anahi Ayala Iacucci fornisce qui degli strumenti molto utili per poter comunicare e trasformare la sua attrezzatura (pc, telefono portatile) in un Centro di comunicazione.
L’ Hub UGC, utilizzare le informazioni dei cittadini e saperle verificare, soprattutto quando non si è sul posto
“C’ è sempre qualcuno più vicino di voi al teatro delle operazioni – spiega David Clinch, giornalista veterano della CNN e co-fondatore di Storyful – (…)nessuna redazione può fare concorrenza a Twitter, YouTube o Facebook. Queste piattaforme diventano sempre più important, ma bisogna che i giornalisti facciano il loro lavoro! Essi restano il filtro indispensabile, l’ algoritmo umano. Le loro competenze sono essenziali per trovare il contenuto migliore, verificarlo, sfruttarlo e renderlo comprensibile’’.
“La prima ora dopo un avvenimento importante è cruciale. E’ in quel lasso di tempo che si possono trovare delle informazioni affidabili. Dopo, gli errrori e i falsi si moltiplicano. Ma ci vuole un occhio umanoâ€.
Anche Twitter è molto utilizzato: una esercitazione d’ urgenza è stata realizzata questa settimana a Tokio dalla rete simulando un terremoto.
BBC News, a partire dagli attentati di Londra del 2005, si è dotata di una cellula di giornalisti incaricati di sorvegliare, verificare e utilizzare i contenuti informativi prodotti dal pubblico. Composta oggi da 20 redattori, l’ “Hub UGC†è (come è stato chiamato) è stato situato nel cuore della nuova redazione, osserva Matthew Eltingham, capo di questo desk.
“I valori fondamentali del giornalismo restano identici. Aggiungiamo solo delle fonti non tradizionali alle fonti tradizionali’’,aggiunge.
Ed ecco dei consigli per la verifica di una situazione forniti da Internews:
“Se sei un giornalista e non usi Twitter pensa dentro di te che qualcun altro lo farà e l’ ultizzerà â€, avverte Anahi Ayala Iacucci. Ed è sempre più importante per il giornalista, aggiunge, saper usare un foglio Excel e saper aggiungere dei metadati. Â