Le donne non fanno notizia, a meno che non siano protagoniste di fatti di cronaca nera. Ma sono loro a condurre piu’ della meta’ dei tg: e’ quanto emerge da una ricerca sui telegiornali del prime time delle due principali tv di Francia (France 2 e Tf1), Germania (Aed e Rtl), Inghilterra (Bbc One e Itv1), Italia (Rai1 e Canale 5) e Spagna (Tve e Telecinco).
Una ricerca – spiega il sito web di Giulia – basata sul monitoraggio dell’Oerg, l’Osservatorio europeo sulle rappresentazioni di genere, avviato a gennaio dall’Osservatorio di Pavia, sul modello del Global Media Monitoring Project. Secondo i dati presentati oggi alla Fnsi, a far notizia sono soprattutto gli uomini. Le donne sono meno di un terzo delle persone di cui si parla e/o intervistate nei tg europei: il 29%. In Italia solo il 24%. I tg che danno maggiore visibilita’ all’universo femminile sono quello francese (33%) e spagnolo (34%).
Tranne che in Francia (29%), le donne inoltre sono poco presenti nell’informazione politica: in Italia e in Inghilterra la percentuale raggiunge a malapena l’11%. In quasi tutte le testate giornalistiche considerate c’e’ una forte dicotomia fra ruoli ‘comuni’ maggiormente rappresentati dalle donne e ruoli ‘autorevoli’ rappresentati dagli uomini.
In questo senso l’Italia e’ fanalino di coda: tra gli esperti intervistati nei tg italiani, solo il 10% e’ di sesso femminile (il restante 90% e’ di sesso maschile), mentre ben il 66% delle opinioni popolari e’ rappresentato da donne. Le quali fanno notizia soprattutto come gente comune (38%), politiche (il 12% contro il 39% degli uomini), abitanti di qualche paese (8%), celebrita’ (7%). O come vittime: nel 16% dei casi, contro il 6% dei casi maschili. Nei tg tedeschi e spagnoli c’e’ invece equilibrio dal punto di vista del sesso delle vittime. Dato curioso: nel 54% dei casi i tg sono condotti da donne, e l’Italia con il 58% si colloca 4 punti sopra la media.
Inoltre, la maggior parte delle notizie in cui le donne sono centrali (56%) sono a cura di giornaliste donne, soprattutto in Spagna, Francia e Italia.
Ma qual e’ la situazione dei giornalisti Rai in particolare? Secondo un sondaggio della Commissione Pari Opportunita’ dell’Usigrai (al quale hanno risposto 900 giornalisti, il 53,89% del totale), per quanto riguarda la carriera, il 55% sono redattori ordinari, il 17,66% caposervizio (con una leggera preponderanza dei maschi sulle femmine), il 7,44% inviati (anche qui quasi ex aequo tra uomini e donne), 6,55% vicecaporedattori (con preponderanza maschile), 7,22% caporedattori (l’80% maschi) e il 2,22% vicedirettori (tutti maschi).
In generale, i giornalisti Rai sono soddisfatti dell’orario di servizio, della retribuzione e del livello di autonomia, ma e’ un categoria che sta invecchiando: l’82,99% ha tra i 40 e i 65 anni, mentre solo lo 0,88% ha meno di 30 anni. Tra le buone notizie, diminuisce il numero di precari, che costituiscono il 14% del campione. Molto alta poi la percentuale di giornalisti che non hanno figli (43,77%). E solo il 7,11% ha figli al di sotto dei 3 anni, rispetto al 25,22% di chi ha figli maggiorenni.