di Andrea Fama
Nel 2010, il FOIA inglese è stato modificato al fine di tutelare ulteriormente i membri della famiglia Reale. Ciò significa che da allora le informazioni relative a comunicazioni con i monarchi, gli eredi al trono e i loro eredi sono assolutamente escluse dal FOIA per 20 anni o fino a cinque anni dalla morte del soggetto in questione, qualunque circostanza sopraggiunga per ultima.
Tale esenzione, tuttavia, è stata finora soggetta al pubblico interesse, e proprio in base a tale principio alcuni giornalisti hanno richiesto la pubblicazione della corrispondenza avvenuta tra i dipartimenti governativi ed il Principe Carlo.
Il mese scorso tre giudici si sono pronunciati dichiarando di pubblico interesse la divulgazione di 27 lettere scritte dal Principe del Galles, poiché avendo lui diritto ad entrare nelle questioni di governo, è altrettanto pacifico che lettere con cui fa effettivamente azione di pressione sul governo ricadano nell’ambito di applicazione del FOIA.
Lunedì scorso, tuttavia, il procuratore generale Dominic Grieve ha ribaltato la decisione dei giudici, sostenendo che l’attività di lobby del Principe ricade nella definizione di “preparazione al regnoâ€, e specificando che il contenuto “particolarmente franco†delle lettera avrebbe potuto sollevare dubbi sulla imparzialità politica del Principe.
Particolare interesse rivestono le lettere che Carlo avrebbe indirizzato all’ex direttore generale della BBC, Mark Thompson. Lettere che – stando a quanto confermato dalla BBC in una lettera del 2010 al Daily Telegraph – conterrebero commenti del Principe sui programmi della emittente britannica.
Il Telegraph aveva chiesto la divulgazione della corrispondenza di Carlo tra il 2005 e il 2010, ma la BBC si è rifiutata sostenendo che i “commenti del pubblico†non ricadono nel FOIA.
L’eventuale pubblicazione delle comunicazioni solleverebbe nuovi dubbi circa i tentativi del Principe di influenzare il dibattito pubblico attraverso lettere private a personaggi molto quotati nell’opinione pubblica.