Nelle elezioni presidenziali Usa del 2008 il numero di persone che si rivolgevano a internet e quelle che sceglievano i giornali per informarsi erano praticamente alla pari. Quest’ anno internet ha letteralmente bruciato i quotidiani come fonte preferita di notizie.
Il sorpasso, particolarmente significativo, viene segnalato da una  Ricerca realizzata dal Pew Research Center.
Lo studio - osserva Alan D. Mutter sul suo Reflections of a Newsosaur – aggiunge nuovi elementi alla fisionomia della profonda sfida, culturale e commerciale, che l’ editoria locale si trova di fronte.
Come si vede dalla tabella, mentre nel 2008 i giornali e la Rete venicano citati da quasi un terzo degli americani come fonti dell’ informazione sulle elezioni,  quest’ anno secondo Pew la percentuale relative alla carta è scesa al 27% mentre quella relative a internet è salita al 47%.
La televisione resta ancora la fonte principale per le notizie elettorali.
La forte contrazione dell’ audience dei giornali – secondo Mutter – deve spingere gli editori a riesaminare seriamente la copertura che essi offrono, sia su carta che online.
Non sarà una cosa facile, perché la stampa non può competere con l’ immediatezza della televisione e del web. E l’offerta digitale della maggior parte delle case editrici, che tende a emulare la stampa per sostanza e sensibilità , in generale non ha l ‘intimità e l’ interattività di Twitter, Facebook, YouTube, dei blog e di tutti gli altri media generati dagli utenti.
Mentre la maggior parte dei giornali dava la notizia la mattina dopo che il presidente Obama aveva vinto il suo secondo mandato – e francamente, aggiunge Mutter, Â non riesco a immaginare cosa avrebbero potuto fare – la grande notizia era una notizia vecchia per quasi tutti.
Chiunque si interessava alle elezioni infatti aveva monitorato  risultati in tempo reale la sera precedente.
Pew ha rilevato che il 78% del campione della ricerca aveva seguito i risultati delle votazioni la notte delle elezioni. E la novità è che una parte consistente di persone aveva utilizzato più schermi contemporaneamente. il 39% tra i 18 e 39 anni e il 28% tra i 40 ei 64 anni avevano usato sia la tv che l’ online. Oltre i 65 anni i multi-screen erano invece solo il 9%.
Pew non ha chiesto a coloro che hanno seguito la vicenda sulle piattaforme digitali avessero commentato, ma – osserva Mutter – ‘’l’ evidenza dei fatti suggerisce che un certo numero di persone avessero avuto una fitta conversazione tra di loro’’.
Un dato è fornito da Twitter, che  ha riferito  di aver gestito il 6 novembre 31 milioni di tweet “relativi alle elezioni”, il che rappresenta una cifra di 17 volte superiore agli 1,8 milioni di messaggi che vennero registrati nel giorno delle elezioni del 2008.
Le elezioni comunque hanno generato un traffico elevato anche sui siti web dei giornali. Quello del New York Times è stato del 75% più alto rispetto a quello registrato nel 2008, secondo il Nieman Journalism Lab.
Ma la vecchia mentalità del ‘’non-è-notizia-finché-non-lo-diciamo-noi’’ era viva e vegeta al NYT, visto che la notizia è stata confermata alle 0,03 del 7 novembre mentre la NBC l’ aveva data alle 23,12 del giorno prima, tanto che il picco di traffico su Twitter si era verificato alle 23,20.
Il Times merita rispetto per la tradizionale cautela ma – conclude Mutter – resta la spiacevole percezione che il giornale sia lento rispetto a tutta la gamma dei concorrenti digitali che si battono per i milioni di dollari di pubblicità in campo.
Insomma, se i giornali non troveranno il modo per riaffermare la loro rilevanza nel mondo dei media in tempo reale, diventeranno sempre più marginalizzati.