Sono alcuni dati emersi dalla ricerca 2012 del LaRiCA (Università di Urbino Carlo Bo) sui cambiamenti del consumo di informazione.
La tv rappresenta però solo  “un† elemento di una dieta mediale che è più ricca – racconta Giovanni Boccia Artieri su Mediamondo  (una sintesi della ricerca è stata presentata al #ijf12 e nel sito news-italia.org è possibile trovare gli stati di avanzamento e il report dell’indagine 2011) -. Sono infatti pochi (4%) quelli che si affidano a un solo mezzo di comunicazione mentre quasi la metà degli italiani usa una combinazione compresa fra 5 e 7 mezzi di comunicazione diversi (49%) tra tv nazionale e locale, carta stampata nazionale e locale, radio, all news satellitari e Internet. Informarsi per metà degli italiani significa quindi disporre di un media mix di accesso e costruire la propria dieta in modo multicanale.
Rispetto al 2011 – commenta Boccia Artieri – possiamo notare un aumento di attenzione per i canali all news (quasi il 60% con +6.6%), mentre diminuisce quella per i quotidiani nazionali (59.6%, -3.5%) e locali (54% -5%) e troviamo una crescita dell’uso di Internet per consumare news (58.5%, +7.4%).Per quanto riguarda gli utenti Internet (in Italia sono il 60% della popolazione) quelli che usano la Rete per accedere e consumare informazione sono più della metà , il 58% con un +7% rispetto al 2011.
Ma se vogliamo capire le linee di tendenza allora forse vale la pena osservare il comportamento di consumo delle news online dei giovani adulti. Nella fascia d’età 18-29 anni è il 95% ad accedere all’informazione (anche) attraverso Internet ma solo la metà (57%) segue le news quotidianamente, mostrando un comportamento di consumo più occasionale rispetto alla media degli italiani (70%) e più dedito ad una lettura ad ampio raggio, anche su tematiche sulle quali non si è mai focalizzato particolarmente (93%). Sembra che ci troviamo di fronte ad un uso dell’informazione apparentemente molto più vicina alle logiche di intrattenimento e tempo libero che di approfondimento e quotidianità .
Quello che emerge – osserva Boccia Artieri –
è un rapporto occasionale e meno routinizzato con il mondo news, fatto di incontri casuali e dovuti al fatto di avere tempo a disposizione per navigare più che dedicare specificatamente tempo ad approfondire gli eventi del mondo. Ma è anche un comportamento probabilmente dovuto ad un modo diverso di percepire il valore sociale dell’informazione, come emerge dall’attenzione per una condivisione sociale delle news: oltre il 50% dei giovani adulti ritiene rilevante nella sua scelta del canale news online “poter seguire il sito di informazione attraverso Facebook†e “poter condividere facilmente con gli altri le notizie contenute nel sito, via e-mail o su Facebook o altri siti di social network†(69%).Il fatto è che per i giovani adulti “incontrare†e “consumare†notizie è sempre più anche una moneta relazionale e il processo di fruizione un atto sociale di messa in connessione con gli altri.
Per quanto riguarda invece i siti di social network e i comportamenti correlati (…) quasi la metà degli utenti di social network (equivalenti al 17% degli italiani per Facebook e al 5% per Twitter) si informa attraverso un agenda non completamente controllata dai professionisti dell’informazione. Se è vero che le informazioni condivise fra i pari rimandano spesso a fonti informative alimentate dai professionisti dell’informazione, va comunque sottolineato il cambiamento nella costruzione di un agenda che, nel caso di questi utenti, è spesso frutto degli interessi dei propri contatti sui siti di social network.
In conclusione, secondo Boccia Artieri,
ci troviamo di fronte ad un ambiente di consumo di news online in cui i meccanismi di reciprocità relazionale contano, un ambiente in cui emergono nuovi intermediari non professionisti nella distribuzione e selezione delle news che fanno parte della nostra rete di relazioni sociali, un contesto in cui l’informazione tende sempre più a connettersi al valore sociale delle reti attraverso cui la incontriamo. Più in generale questa tendenza va a miscelarsi con bisogni di multicanalità (l’accesso in mobilità è al 31% con +3% rispetto al 2011) che raccontano una costruzione dell’agenda fatta anche da un accesso plurale ai mezzi di informazione. Costruire l’informazione e renderla accessibile sapendo leggere i comportamenti di consumo mutati rappresenta forse la sfida più urgente dal punto di vista del sistema dell’editoria nazionale.