Wim Wenders immagina in ‘’Fino alla fine del mondo’’ (1991) dei piccoli apparecchi da cui non ci si separa mai: collegati a una sorta di internet primitivo, queste scatolette con schermo rassomigliano a dei grossolani iPad. Il regista intravede il rapporto molto stretto che questi apparecchi e i loro proprietari stanno annodando.
Oggi due studi dimostrano che questo fenomeno è ampiamente in atto e che la concorrenza alla televisione è in pieno svolgimento. Ma il processo non è lineare e ci sono anche segnali di una possibile complementarietà – Un articolo su ElectronLibre.
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L’écran de la tablette si loin si proche de la télévision
di Emmanuel Torregano
(ElectronLibre)
Quando internet divenne di massa venne pronosticata alla televisione una sorte funesta. Una morte lenta del piccolo schermo che sarebbe stata fortemente favorita dal Pc connesso al web, le cui capacità  sarebbero cresciute in progressione geometrica. Quella era la profezia, ma non si è realizzata. Fino a poco fa il consumo di televisione era ancora attestato a un livello elevato nella popolazione, con un calo nei più giovani, certo, ma senza che ciò compromettesse la potenza di uno dei principali mezzi di comunicazione nella vita quotidiana dei francesi.
Tutto ciò comunque avveniva prima dell’ arrivo sul mercato dei tablet e degli smartphone. Questi nuovi apparecchi hanno rilanciato recentemente le angosce dei proprietari delle reti televisive e dei venditori di programmi tv.   Steve Jobs l’ aveva già evocato, spiegando che lui guardava la televisione sull’ iPad e non più sul grande schermo: cosa che poteva passare per una buona notizia, ma che non lo era affatto.
La concorrenza è in atto. Secondo uno studio realizzato in quattro paesi – Italia, Regno Unito, Germania e Usa – il consumo dei programmi tv avviene sempre di più mentre la gente ha in mano un tablet.
Negli Stati Uniti, l’ 88% dei possessori di tablet e l’ 86% di quelli che hanno uno smartphone confessano di averli utilizzati alcmeno una volta negli ultimi trenta giorni mentre guardavano la tv.
La percentuale di quelli che li usano tutti i giorni davanti al grande schermo è del 45% .
Non c’ è alcun dubbio: la concorrenza è in pieno svolgimento.
Nel Regno Unito questa proporzione è un po’ più bassa, e precipita in Italia e Germania, dove più del 30% della popolazione è unicamente mono-task.
Il 20% dei francesi dormono con il loro smartphone
L’ istituto ha chiesto alle persone interpellate che cosa facevano con i loro tablet mentre seguivano un programma televisivo. E, sorpresa, non twittano, o lo fanno poco, commentando sullo spettacolo che si svolge sullo schermo, ma consultano le mail o cercano qualche altro programma da guardare.
Ci sono poi un certo numero di persone che fanno ricerche sui prodotti reclamizzati in tv o sugli argomenti al centro dei programmi: la biografia di un invitato, la critica di un film o di uno spettacolo, ecc.
Non tutto è perduto quindi oper le reti televisive, dal momento che tablet e smartphone possono essere un supporto a un diverso consumo dei programmi.
Bisogna aggiungere poi che questo attaccamento ai nuovi apparecchi produce dei comportamenti che finiscono per complicare ulteriormente il paesaggio audiovisivo. Così, un altro studio realizzato dall’ editore di programmi antivirus Kaspersky Lab, mostra che più del 20% dei francesi dormono con gli smartphone a portata di mano. Fino ad ora era la tv che troneggiava nell’ angolo migliore della camera da letto dei francesi.
La percentuale sale al 22% per gli inglesi ma in ogbi caso non riesce a prendere il posto del libro che rimane l’ oggetto più importante da tenere sul comodino, con il 24%.
I due studi mostrano comunque fino a qual punto gli schermi personali, dotati di una tecnologia tattile (che li rende ancora più affascinanti), sono in grado di fare concorrenza al grande schermo familiare. E mostrano anche, paradossalmente, come i proprietari delle reti tv abbiano di fronte un potenziale di sviluppo notevole per i loro programmi. A condizione che subito comincino a pensare in termini di multi-utenti e di multi-schermi.