Se lo aspettava l’ altro giorno Paul Bedard, sul  Washingtonexaminer, quando citava uno studio del Journalism & Mass Communication Quarterly, secondo il quale ‘’essere donna è uno svantaggio non solo quando si entra in campo, ma anche quando si arriva al momento dei riconoscimenti professionali’’.
Varie ricerche hanno mostrato che le donne sono minoritarie e sottopagate rispetto ai giornalisti maschi nelle redazioni americane, ma è la prima volta che uno studio ha analizzato i vincitori del Pulitzer, scoprendo che la percentuale delle donne vincitrici è sempre stata nettamente inferiore a quella delle donne che lavorano nel settore.
Infatti solo il 26,9% dei vincitori erano donne, mentre la percentuale femminile nel giornalismo Usa, secondo Bedard,  è del 33%*.
Da quando il premio è nato, nel 1917, sono stati assegnati 814 riconoscimenti, 113 dei quali sono andati a donne. Inizialmente – come riporta Bedard  – non c’ erano vincitrici. Poi cominciarono ad arrivare premi a giornaliste che facevano parte di staff premiati collettivamente oppure erano specializzate in cronaca locale. Recentemente, osserva la Ricerca, le donne hanno cominciato a vincere nelle stesse categorie in cui storicamente erano stati sempre premiati gli uomini.
Le giornaliste vincitrici hanno una istruzione superiore, sono più ‘’urbanizzate’’ e lavorano per testate più grandi. Per esempio, il 35% delle vincitrici sono laureate, contro il 18% degli uomini. E il 36% si sono poi specializzate in giornalismo, contro il 21% degli uomini.
All’ inizio, secondo quanto ha accertato lo studio, le donne vincevano per articoli di opinione o di cronaca locale. Ma a partire dal 1991, quando è stato registrata una svolta nelle decisioni della giuria, le donne hanno cominciato a vincere più spesso nel campo della fotografia e c’ è una crescente parità negli altri settori.
‘’Ma il gap di genere – conclude lo studio – non è ancora sparito’’.
—
* Il Women’s Media Center calcola invece una percentuale del 37% (The Status of Women in the U.S. Media 2013), di fronte a una percentuale del 51% rispetto alla intera popolazione americana.