BuzzFeed: i basset hound correranno anche in Francia

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Mettere accanto gattini e reportage investigativi. Chiamare articolo una raccolta di 21 foto di cani (basset hound) che corrono.  Certo il video è stato visto da un milione di persone… Ma è giornalismo? Se lo chiedono in Francia dopo la decisione di BuzzFeed, la piattaforma per contenuti virali che raccoglie 80 milioni di visitatori unici al mese,  di lanciare una versione francofona del sito, dopo aver aperto quelle spagnola, brasiliana e britannica.

 

L’ iniziativa è stata presentata nei giorni scorsi a Parigi da Ben Smith, redattore capo della piattaforma americana, e Dao Nguyen, direttrice dello sviluppo.

 

Secondo quest’ ultima, il grosso dei contenuti verranno tradotti dagli utenti attraverso un programma di apprendimento delle lingue, Duolingo, mentre verrà costituita a Parigi una piccola équipe per produrre dei contenuti originali e pilotare il progetto.

 

La formula – spiega Aurélien Breeden sull’  Observatoire des médias – resterà la stessa: grande abbondanza di elenchi e liste (come questa relativa a  les 15 moments les plus emblématiques du métro parisien), immagini e foto strane, spesso di piccoli animali, che puntano ad emozionare e a far ridere: il tutto ben frullato per produrre dei contenuti virali che poi vengono condivisi sulla rete.

 

BuzzFeed2Dao Nguyen a Parigi ha presentato fra l’ altro  un articolo pubblicato nel 2011, composto da 21 foto di basset-hounds che corrono e che è stato visto un milione di volte.

 

BuzzFeed ha assunto Ben Smith, un giornalista di prestigio, nel 2011 strappandolo a un sito importante come  Politico, e continua la sua espansione nel campo del giornalismo ‘’serio’’, con una copertura più intensa delle vicende internazionali, una  campagna acquisti notevole, oltre che con la pubblicazione di  contenuti più ampi  o di inchieste.

 

Per Ben Smith, la formula BuzzFeed può essere illustrata con una metafora adattata al pubblico francese: seduti a un caffè parigino si può leggere un articolo serio di Le Monde, flirtare con una giovane donna, accarezzare un cane che passa e discutere di Sartre, senza nessuna contraddizione.

 

Ma il pubblico che assisteva alla presentazione in una sala della facoltà di Scienze Politiche  non sembrava molto convinto (visto che era fatto soprattutto di studenti e giornalisti, non proprio l’ audience di BuzzFeed) tanto che le domande poste alla fine della conferenza riflettevano una certa sfiducia nel progetto.

 

Leggere Le Monde e accarezzare un cane, va bene, ma i reportage investigativi che ci fanno fra porcospini, gattini e cuccioli vari? Non facciamo altro che funzionare come i vostri flussi su Facebook o Twitter, che hanno sostituito i siti giornalistici come accesso principale all’ informazione, risponde Ben Smith. Perché non limitarsi allora al contenuto leggero, che attira massicciamente gli internauti? Perché, risponde Ben Smith, il successo non si misura con il numero di clic.

 

Perché, nel giorno della presentazione, neanche un rigo sul rapimento e l’ uccisione in Mali dei due giornalisti francesi?, chiede Pierre Haski, cofondatore di Rue 89? Ben Smith non sa troppo bene come rispondere.

 

 

 

Alla fine – conclude Breeden -, il lancio ha messo in luce il lato risolutamente americano di BuzzFeed, venuto a presentare al pubblico francese un progetto senza obbiettivi precisi. Per Dao Nguyen e Ben Smith bisogna prima partire e vedere come funziona e poi mettere in piedi un gruppo e una vera linea editoriale. Ma la prospettiva di vedere articoli di politica interna o di questioni internazionali accarezzati da animaletti – ma senza una strategia di adattamento al contetso giornalistico francese – ha reso la sala piuttosto fredda.

 

E’ giornalismo? Il dibattito resta aperto, anche se la stessa domanda dovrebbe investire altri settori e mestieri del giornalismo.. Per esempio – conclude Aurélien Breeder – la redazione dei sottotitoli nelle emittenti tv… è giornalismo?

 

 

 

 

*Aurélien BREEDEN, giornalista freelance, laureate a Sciences Po in giornalismo e affari internazionali.