“Stiamo praticamente chiedendo al pubblico di fare i capi-redattore che assegnano i servizi’’, ha detto Sutter al New York Observer.
Il sondaggio rientra nel progetto “Change the List† (‘’cambia l’ agenda’’, ndr), che sta curando Sutter e che punta a richiamare l’ attenzione su vicende poco note perché sono “in fondo alla lista” delle storie da coprire.
La maggior parte degli argomenti proposti dal giornalista della CNN sanno di quel giornalismo poco attraente che si potrebbe trovare più facilmente sulla PBS che sulla CNN: i luoghi negli Stati Uniti dove nessuno è dotato di connessione internet o di carta igienica, i paesi colpiti da poliomielite e lebbra, gli effetti sui bambini della povertà estrema. Sutter spera che il coinvolgimento delle persone nella scelta degli argomenti le induca a mettersi in gioco e a impegnarsi per il cambiamento.
E’ un tipo di giornalismo molto diverso dall’ “infotainment” per cui il brand CNN è più o meno conosciuto. La rete è formidabile quando si tratta delle ultime notizie, ma quando queste sono finite ha la tendenza a trattare storie minori come se fossero grandi eventi (24 ore, dopo tutto, sono un sacco di tempo da riempire). Si tratta di una rete che, alla fine, ha dedicato anche più di 12 ore in un solo giorno alla vicenda di una nave da crociera arenata. Scelte di copertura che producono un rating elevato, suggerendo che questa impostazione sensazionalistica è quella che molte persone preferivano.
In questa impostazione di crowdsourcing, il progetto ‘’Change the list’’ – sostiene l’ Observer - ha  più in comune con iReport, l’ iniziativa lanciata cinque anni fa, con cui la CNN chiedeva ai cittadini di fare lavoro di cronaca (non retribuito). Chiunque può iscriversi e sottoporre alla rete servizi, foto e video di eventi di cronaca. A volte questo porta a una massiccia copertura di eventi di attualità e storie di interesse umano. Ma altre volte, la gente manda foto di animaletti simpatici. I migliori iReports possono essere presentati sul sito principale e diventano materiale prezioso che la CNN utilizza a tutti i livelli.
La CNN – continua l’ Observer – non è la prima testata giornalistica a fare questo tipo di crowdsourcing. Slate ha fatto una cosa analoga a ottobre scorso, lasciando i lettori scegliere quali argomenti volevano che il sito analizzasse seguendo il suo stile. E si andava dal voto asiatico nelle elezioni Usa alla spiegazione del perché le camere d’ albergo costano così tanto
Sutter, però, aspira a qualcosa di un po’ più significativo. Non vuole solo fare servizi sulle vicende più popolari, ma anche sugli argomenti impopolari più popolari. “Cerchiamo di rivolgere l’ attenzione a persone e luoghi che sono fuori della mappa – spiega -. A qujegli argomenti che, per una qualche ragione, non vengono coperti dai media.”