Lo segnala Ad Week, spiegando che per realizzare la ricerca il Pew ha analizzato 172 siti di Informazione – creati fra il 1987 e il 2012 – specializzati in giornalismo investigativo, politica internazionale, ambiente, ecc., rilevando che metà di essi, dal futuro incerto, traggono il 75% dei loro ricavi dalle sovvenzioni.
Un terzo sono finanziariamente indipendenti e si basano prevalentemente su tre fonti di ricavi: sovvenzione da parti di Fondi, contributi dei lettori, accordi con altri media. Sette dei siti analizzati hanno depositato i libri contabili in tribunale o si sono fusi durante i sette mesi della ricerca.
Il giornalismo nonprofit mostra qualche segno di salute economica – afferma il Rapporto -, e la maggior parte dei responsabili dei siti esprimono ottimismo per il futuro, ma molte di queste testate  devono affrontare sfide importanti per la loro sopravvivenza finanziaria.
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Il rapporto rileva che molte di queste strutture non profit riescono a partire e ad andare avanti con dei grossi – e spesso una tantum – sussidi che arrivano dalle Fondazioni ma che, quando quelle sovvenzioni si esaurisconoono, molte testate non hanno le risorse o le competenze necessarie per ampliare le fonti di finanziamento.
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Più della metà dei siti censiti dal Pew Research Center a fine 2012 (54%) identificano i settori del  marketing e della raccolta di fondi, come l’ area che richiede maggior numero di addetti, rispetto al al 39% secondo cui la principale necessità sarebbe avere più giornalisti. Inoltre, quasi due terzi delle organizzazioni non profit (62%) ritengono che la sfida più ardua sia “trovare il tempo di concentrarsi sul lato business della testata”, mentre il 55% ha citato “la crescita della concorrenza per ottenere contributi”.
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Il rapporto completo (eng) è qui.