Giornalismo ‘’a la carte’’: su CrowdNe.ws si comprano articoli come singoli brani su iTunes
Pagare gli articoli ‘’a la carte’’ come si possono comprare uno o due brani musicali su iTunes. E’ la sfida proposta da CrowdNe.ws, un sito con sede a Salem (Usa) che, invece di puntare sul sistema tradizionale degli abbonamenti o dei paywall,  sta per lanciare sul mercato (per ora è in beta, in fase sperimentale) la vendita di articoli direttamente ai lettori sulla base di un singolo pezzo alla volta.
‘’Siamo inondati da tanta informazione di cui molto spesso non abbiamo bisogno’’, dice il fondatore e Ceo di CrowdNe.ws, J. Michael Wheeler, come racconta su Blog.ebyline.com Susan Johnston .
‘’Passo un sacco di tempo sul mio feed Rss dicendo ‘no, questo non voglio leggerlo’. E la gente fa la stessa cosa con i media tradizionali. Apri il Neww York Times e sfogli 5 o 6 pagine prima di trovare qualcosa che ti interessa leggere’’.
Il sito, oltre ai contenuti sta facendo una serie di esperimenti anche con i costi. Potrebbero essere gli autori dei pezzi a fissare loro stessi un prezzo oppure potrebbero affidarsi al mercato. Wheeler pensa comunque che se un servizio copre un argomento che i lettori ritengono valido, questi ultimi saranno disposti a pagare.
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L’ approccio dei media mainstream
Anche diverse testate affermate stanno lavorando comunque all’ idea di vendere articoli a la carte piuttosto che per abbonamento. A novembre, Wired Magazine ha diffuso  il suo primo WIRED Single. John McAfee’s Last Stand vende per 0,99 dollari tramite app su tablet oppure sulle piattaforme NOOK o Kindle.
Il Wall Street Journal vende ebooks (alcuni dei quail sono più storie sullo stesso tema confezionate insieme) e video premium attraverso iAmplify, un editore e network di contenuti digitali. I prodotti del WSJ oscillano fra 3,99 dollari e 34,99 per un video delle sue Executive Leadership Series.
Gothamist ad esempio ha pubblicato un lungo articolo (13.000 parole) e – spiega ancora Johnston – lo vende su Kindle Single, iBook, ePub, o in PDF per 1,99 dollari. Alcuni singoli giornalisti, come l’ ex collaboratore del NYT Mike Albo, hanno usato la piattaforma di Kindle Single per vendere direttamente ai lettori i loro servizi di giornalismo narrativo.
Le sfide
Alan D. Mutter, un consulente editoriale che scrive sul famoso blog Reflections of a Newsosaur – racconta la giornalista -, sostiene che il modello a la carte ha un suo potenziale, specialmente se i produttori di conteruti adottano un sistema di pagamento aggregato come il Piano Media in Slovacchia o il Press+ americano.  Questi sistemi consentono di aprire un solo account che consente di accedere a più testate in modo da non dover aprire il portafogli ogni volta che si desidera leggere un articolo.
‘’Per me personalmente, se devo prendere la carta di credito per pagare 23 centesimi non è un grande sistema’’, spiega. Ma per le startup che vogliono vendere giornalismo a la carte, come CrowdNe.ws progetta di fare, Mutter vede delle maggiori possibilità . “E’ sicuramente un obbiettivo interessante, ma per una startup il problema è come aggregare nello stesso tempo i contenuti e il pubblico e come svilupparli su larga scala’’, aggiunge.
Comunque – conclude Johnston -, che siano editori indipendenti o grossi gruppi editoriali, metered paywall o a la carte, il contenuto rimane sempre il Re. “Alla fine quello che conta è la qualità dei contenuti – dice Mutter -. Sappiamo che la gente paga per i contenuti di cui apprezza il valore, ma il problema è attrarre nuovi lettori, non soltanto quelli che già li apprezzano’’.