Giornalismo evolutivo più che rivoluzionario, questo il futuro.

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Che il giornalismo stia attraversando un lunghissimo periodo di cambiamento è ormai noto. Che a governare questo cambiamento siano le tecnologie digitali insieme ad un pubblico attivo lo è altrettanto.

 

George Brock in un libro e successivamente in un post su PressGazette analizza i vari passaggi e le ipotetiche visioni future.

 

a cura di Claudia Dani

 

Gli spunti di riflessione che riporto certo non dicono qualcosa di assolutamente innovativo, ma sono ‘convenzionalità‘ che è bene ricordare e segnare fra i passi che portano ad un rinnovato modello di giornalismo.

 

Nel testo Out of Print: newspapers, journalism and the business of news in digital age, Brock analizza i cambiamenti della storia del giornalismo come processo incessante. Accettando il fatto che le tecnologie digitali hanno portato innovazioni, Brock sostiene che il giornalismo sia da sempre immerso in un flusso. Allo stesso modo ammette che la rete abbia permesso al lettore di decidere cosa leggere e come commentare quella notizia, ecco che il giornalismo ha raggiunto il tempo della sperimentazione. Quello che Brock ipotizza come futuro è un modello di business che unirà il passato pur essendo diverso da esso:

 

“sono convinto che il giornalismo è adattato, ripensato e ricostruito in migliaia di modi, in molti più posti di quanti possa essere facilmente comprensibile… nelle società aperte questo prende la forma di nuove community interessate ad un argomento, di nuovi operatori sul mercato, di nuovi fornitori di notizie, in società più chiuse le notizie possono prendere percorsi diversi informali e imprevedibili… i giornalisti sono preoccupati riguardo agli effetti della rete, al conto dei post scritti, e dimenticano che il giornalismo che si adatta alla rottura non è il grande problema… le persone amano leggere sulla carta…riviste e libri restano modi efficaci per trasmettere informazioni con valore…”

 

Un altro aspetto che Brock mette in luce è il dato di fatto che la carta stampata è assolutamente riluttante allo sparire completamente. Si taglia il personale, la qualità dei contenuti ma l’ estinzione totale è molto rara. Questo a sottolineare che spesso l’ atteggiamento è quello di essere l’ ombra di se stessi (metafora che usa Brock) piuttosto che innovarsi in una nuova forma o in molteplici forme per adattarsi a tecnologia e pubblico.

 

“gli editori devono adattare le loro strategie al temperamento del pubblico che li segue o che vogliono raggiungere perché l’audience può mutare molto facilmente”

“Ciò che potrebbe apparire rivoluzionario è meglio etichettato come evolutivo”

 

Ancora una volta Brock ci tiene ad evidenziare che si tratta di evoluzione in corso, di adattamento. Diversi sono i modi di sperimentare il giornalismo, ma senza i basamenti del passato l’ edificio non regge. Il giornalismo non deve abbandonare i suoi valori, ma adattarli. Se i flussi di informazione sulla rete sono liquidi, il valore del giornalismo sta nel suo agire precedente: vagliare , scegliere, verificare, chiarire ed estrapolare dal caos i contenuti. Rendere fruibili le informazioni importanti.

 

“Gli elementi determinanti del successo o del fallimento sono il numero e la qualità dello sperimentarsi”

Penso che, ancora una volta, il problema non esista, se si comprende una cosa fondamentale ma per nulla banale, per i più perlomeno, e cioè che siamo difronte a una professione sempre in evoluzione, che necessita di proprie specializzazioni. La tecnologia digitale quindi è, e deve essere percepita come un’ opportunità di rinnovamento.