I blog? Non sono più quelli di una volta
Un dibattito, un po’ fiacco per la verità , sulla ennesima dichiarazione di ‘’morte’’ presunta dei blog ha fornito però l’ occasione per mettere a fuoco le trasformazioni del blogging.
’Non è che le persone smettono di produrre contenuti’’, osserva Benoit Raphael, ‘’lo fanno solo in modo diverso. Il contenuto viene prodotto sulle piattaforme media, blog e video.  La conversazione, invece, si è spostata sulle reti sociali’’ . Twitter insomma ‘’non ha ucciso i blog ma ha solo cambiato il loro modo di funzionare’’ Â
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Contrariamente a quanto sarebbe accaduto in passato, un articolo sulla crisi dei blog pubblicato da Olivier Zilbertin su le Monde – “Qui blogua ne bloguera plus” -, Â ha suscitato poche polemiche.
C’ è stato qualche post da parte della vecchia guardia (come quelli di  Thierry Crouzet o Guy Birenbaum) e qualcuno, come Seb Musset, ha replicato con un post dal titolo sarcastico, ‘’Qui a lu Le Monde ne le lira plus’’, accusando la stampa di continuare nel rito tradizionale di ‘’versare una lacrima dei milioni di sovvenzioni pubbliche per annunciare, anno dopo anno, la solita morte dei blog’’.
Ma nel complesso le reazioni sono state piuttosto tiepide.
Segno che – osserva Benoit Raphael – in parte Zilbertin avrà una qualche ragione : la blogosfera non è più quella di prima. Non è una novità .
Anche se alcune cifre dimostrano una persistente vitalità del settore (Raphael cita come  esempi uno studio della Nielsen del 2012 che rileva la crescita del numero dei blog e dei loro lettori e il successo di Overblog, la piattaforma francese leader in Europa che  ha visto il suo fatturato esplodere in un anno : +79%), la questione di fondo, dice Raphael,  è che il blogging evolve e che una parte notevole dell’ attività dei blogger si è spostata verso Twitter.
Lì la conversazione è più rapida e dinamica, ma soprattutto Twitter è un mezzo più flessibile e più efficace nel consolidamento della capacità di influenza, rileva Raphael, aggiungendo una serie di osservazioni che riportiamo quasi integralmente.
La conversazione su Twitter continua comunque a girare attorno a contenuti esterni : articoli di informazione, trasmissioni televisive, foto, video.
Senza contenuti per discutere, Twitter sarebbe molto meno attivo.  Non è che le persone smettono di produrre contenuti, lo fano in modo diverso. Il contenuto viene prodotto sulle piattaforma media, blog e video.  La conversazione, invece, si sposta sulle reti sociali.
Il Lab di Europe 1 (che ho creato io) ne è un perfetto esempio. La strategia di Minutebuzz idem : il sito crea dei contenuti da condividere sulle reti sociali. Più del 60% del sua pubblico viene da Facebook e Twitter. Si tratta di due media moderni perfettamente adattati ai loro tempi.
E quindi, il « blogging » è cambiato. Perde poco a poco la sua forma tradizionale per svilupparsi su delle nuove piattaforme.
Per blogging intendo la produzione di contenuti partecipativi e conversazionali : non soltanto da parte dei giornalisti, ma da parte di tutti – esperti, editorialisti, testimoni, il cui obbiettivo è alimentare una conversazione.
Questa attività non è in calo.
La forma è cambiata.
Quali sono queste nuove forme?
Sono blogging i migliaia di post di blogger e di esperti pubblicati sulle piattaforme professionali. Il contenuto conversazionale si sposta sempre di più sui media, da le Monde all’ Express, passando per le Nouvel Observateur. E’ un collettore di traffico e di differenziazione consideravole.
Le Plus del nouvel Obs (anch’ esso creato da me) mostra una crescita quasi irriverente dal momento della sua creazione. Nel 2012, un anno dopo il lancio, il sito partecipativo raccoglieva più di 1,9 milioni di visitatori unici (Nielsen). Le Plus ha un approccio particolare : raccoglie articoli e post di esperti, testimoni, editorialisti. Alcuni sono normali, altri opportunisti. E quando l’ autore non ha il tempo di scrivere, un giornalista lo fa per lui.
Il blogging è anche Tumblr. La piattaforma di blog che è maggiormente cresciuta in questi ultimi tempi. Si tratta qui più di “curation” (di selezione e scelta) di gif animati, foto, video che di post veri e propri. E’ una nuova forma di creazione di contenuti che Twitter non consente.
Il blogging è anche il vidéo. YouTube in testa, che è la vera rete sociale di Google: 800 milioni di utilizzatori, 1 milione di abbonamenti a una catena ogni giorno. Un traffico dominato da prodotti di amatori, tipo Norman (ma ce ne sono centinaia oltre a lui che fanno sketch).
Il blogging, infine, è un nuovo modo di scrivere, in rete, in interattività , di cui si sono impadroniti specialmente i giornalisti da diversi anni.
Twitter insomma ‘’non ha ucciso i blog ma ha solo cambiato il loro modo di funzionare’’.