I ‘’listicle’’ e il giornalismo che cambia
La grande passione  del mondo anglosassone per gli elenchi, i decaloghi (‘’I dieci segreti per riscaldare meglio la tua camera da letto…’’), ecc. ha prodotto il genere giornalistico del listicle : list, elenco, e  article, articolo; articoli basati su liste di cose, oggetti, fatti…
Il genere si è evoluto dal campo della carta stampata a quello del giornalismo digitale,  che nutre i suoi consumatori sempre più numerosi con informazioni sempre più ‘’snack’’.
Nel Media network del suo sito, il  Guardian ha dedicato alla cosa un articolo (naturalmente in forma di listicle) dal titolo emblematico: I cinque modi in cui il ‘’listicle’’ sta cambiando il giornalismo (5 ways the listicle is changing journalism).
Esordio. I listicle ‘’piacciono molto per il loro formato di concentrato di informazioni  e per la loro ‘virilità ’ online ma vengono anche denigrati per il loro giornalismo ‘’pigro’’ da ‘’news snack’’, racconta Anna Lawlor* , che, ‘’con un pizzico di ironia’’, presenta, appunto, i 5 modi in cui questo formato starebbe ‘’cambiando il giornalismo’’.
1) Giornalismo snack
Un sondaggio recente sulle abitudini di lettura ha rilevato che i lettori di informazione sono stati sostituiti dai ‘news snacking‘; controllo più frequente delle notizie ma con picchi di attenzione più intensi e più brevi. Sharon Flaherty, responsabile contenuti e Confused.com, dice che il listicle si presta in particolare ai dispositivi mobile.
‘’Se Buzzfeed può avere reso popolare il listicle, gli elenchi non sono una novità nel giornalismo – dice -. E’ diventato un formato più popolare perché il consumo di notizie sul mobile è aumentato ed i lettori vogliono dei contenuti che richiedono solo una scorsa e quindi la concorrenza per conquistare quelle ‘palle degli occhi’ sul proprio sito web è diventata più agguerrita”.
2) Trend demografici dell’ audience
Il senso comune è che il pubblico più giovane, con il suo – presunto - breve tempo di attenzione ha spinto in alto la domanda di listicles, che offrono dimensioni quasi da graffiti, informazioni che si possono facilmente scorrere e condividere sui social media. Ross Hawkes, docente di giornalismo alla Birmingham City University, sostiene che essi possono essere considerati un elemento di rilievo generazionale “non tanto per la loro  capacità di attenzione, ma per lo stile di vita dei lettori”.
E aggiunge: “I miei genitori si sentirebbero mortificati se qualcuno volesse far passare un elenco come un articolo giornalistico, ma un pubblico più giovane è molto più a suo agio con informazioni-proiettili, essendo abituati a consumare informazioni di 140 caratteri, brevi o aggiornamenti visivi di Facebook e a ricevere dei pillole di quello che sta succedendo “. E come via via da nativi digitali matureranno in consumatori di notizie mainstream, il format degli articoli cambierà per soddisfare i loro gusti.
3) La carta copia il digitale che copia la carta (e così via)
Luke Lewis, direttore di Buzzfeed in Uk, concorda sul fatto che gli elenchi sono stati un pilastro del giornalismo “per decenni”, segnalando che riviste come Cosmopolitan o Men’s Health abbiano spesso i titoli di listicle a sfondo sessuale in prima pagina.
E spiega: “Non credo che le liste siano più frequenti ora di prima. Sono una cosa del giornalismo stampato per molto tempo. C’ è questa strana idea che Buzzfeed abbia inventato il format elenco e che i giornali ora cerchino di copiare Buzzfeed. Ma non è vero”.
4) Raccontare una storia in modi diversi
Lewis ritiene un atteggiamento di snobismo giornalistico il considerare i listicle come un format poco serio per raccontare una storia. “La gente ha questa strana idea, che un articolo di 300 parole sia giornalismo di qualità , mentre un elenco sia qualcosa di troppo ‘facile’ e più economico da sfornare, ma è una sciocchezza”, dice.
Tuttavia, Simon Hinde, direttore del programma di Giornalismo ed editoria al London College of Communication, non è d’ accordo. “E’ molto veloce da produrre mentre per un pezzo da 1500 parole ci vorrà più tempo per costruirlo e il compenso per il giornalista forse non coprirà lo sforzo, per cui sarà tentato di andare su Wikipedia e scrivere in forma di listicle, che  è un modo rapido per creare una copia “, dice, aggiungendo: “Stiamo estrapolando all’ estremo, ma il rischio c’ è”.
Stephen Hull, direttore esecutivo di Huffington Post UK, dice che il giornalismo digitale è produrre diversi tipi di contenuti, “pezzi video, slideshow di immagini o liste”. E aggiunge: “I listicles costituiscono solo una parte di un quadro molto più ampio.”
5) E’ una questione di soldi, stupido?
I listicles realizzati con slide-show o ‘click-through’ generano più traffico sulle pagine, aumentando i ricavi pubblicitari, cosa che ha fatto rafforzare la convinzione secondo cui alcuni listicles sarebbero commercialmente più motivati.
“Non è un segreto che slideshow o gallerie fotografiche creano più traffico sulle pagine – dice Hull -. La maggior parte dei nostri listicles spiegano un problema e funzionano come un elemento aggiuntivo di una storia che usa il format giornalistico tradizionale, consentendo di produrre contenuti in più per vicende importanti”.
Se – aggiunge – ai lettori non piace lo stile giornalistico, possono mettere in onda le loro opinioni sui social media, pubblicarle  direttamente e, naturalmente, qualsiasi formato, stile e contenuti giornalistici i lettori preferiscono oggi possono rapidamente cambiare domani’’.
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*Anna Lawlor è una giornalista e dirige  Social i Media.