Una serie di spunti molto interessanti nell’ ultima MondayNote di Frédéric Filloux.
Quattro milioni di oggetti descritti dal DBpedia Knowledge Base (parte del progetto Wikipedia), prossimi a diventare 25 milioni: un enorme ‘’tesoro’’.
Le indicazioni di Filloux hanno anche una valenza operativa immediata, tanto che Pier Luca Santoro sul suo Giornalaio invita a ”stampare la matrice” prodotta da Filloux ead appenderla nelle redazioni come promemoria”. Â
L’ articolo giornalistico non è un blocco di testo integrato da qualche link qua e là . E basta
Non funziona così: almeno, non dovrebbe funzionare così.
Ci sono molte forme di contenuti giornalistici digitali – spiega Frédéric Filloux nella sua ultima Mondaynote– . Si va dal briefing mattutino durante la prima colazione o il viaggio verso il lavoro, al pezzo ampio da leggere preferibilmente su tablet stando comodi e sorseggiando un bel bicchiere di Chardonnay fresco. In mezzo c’ è tutta la immensa gamma di contenuti prodotti dalle varie testate giornalistiche, centinaia e centinaia di articoli ogni giorno.
Un grafico con l’ analisi di contenuti/rispetto a tempi e strumenti, probabilmente verrebbe così:
Come mostra lo schema, in un mondo ideale  un flusso informativo dovrebbe essere suddiviso in più formati per adattarsi a dispositivi diversi in momenti diversi della giornata. Naturalmente , le dimensioni delle bolle che raffigurano l’ intensità dell’ uso varia a seconda del mercato .
Tre note: lo smartphone appare come il chiaro vincitore per il suo elevato utilizzo , diffuso in tutto l’ arco della giornata; il tablet gode del massimo campo di applicazione del contenuto (oltre al massimo coinvolgimento). Per quanto riguarda il PC , esso è stato sfrattato da vettore per il  mainstream, per l’ informazione generalista. Anche se, grazie alle sue capacità senza pari e alla sua costante penetrazione come strumento di forte produttività , il personal conserva la maggior parte degli usi a scopi commerciali.
E quindi, leggere una notizia su un PC, soprattutto nel contesto di un uso professionale, possiede un valore maggiore – perché l’ articolo può svolgere tre diverse funzioni:
Primo, è un concentratore di pubblico da fonti multiple:
In secondo luogo, perché diventa un punto di ingresso verso la profondità del web, verso il tesoro di banche dati pubblicamente e liberamente disponibili. Per avere un’ idea della ricchezza disponibile su web basta guardare l’immagine qui sotto e fare clic su  questo link per immergersi in essa :
Questo grafico, che ha due anni, è stato progettato da scienziati informatici dell’ Università di Berlino. Tutti questi dataset sono a disposizione dei direttori e degli editori che vogliono espandere i loro contenuti. Ogni segmento di informazione può essere enormemente arricchito da centinata di banche dati che orbitano attorno al DBpedia Knowledge Base (che è parte del progetto Wikipedia ).  Secondo la sua descrizione ufficiale, la versione inglese di DBpedia darà conto di 4 milioni di oggetti, tra cui:
-Â Â 832.000 persone
-Â Â 639.000 posti (tra cui 427.000 centri popolati)
– Â 372.000 opere creative (inclusi 116.000 album musicali, 78.000 film e 18.500 videogiochi)
-Â Â Â 209.000 organizzazioni (tra cui 49.000 imprese e 45.000 istituzioni educative)
-Â Â 226.000 specie animali
-Â Â Â 5.600 malattie .
Quando il progetto verrà esteso alle 119 lingue esistenti, il numero di oggetti salirà a 25 milioni .
Il terzo modo per aumentare il valore dei contenuti editoriali è quello di utilizzare l’articolo come un veicolo promozionale per una vasta serie di prodotti accessori che le testate giornalistiche potrebbero sviluppare :
( Inutile dire che , in questo grafico , Chiesa e Stato devono rimanere separati : l’ articolo continua a dover essere un prodotto giornalistico, rivolto principalmente a informare il pubblico;, l’ aspetto “promozionale ” è solo secondario. )
Fino ad ora , la connessione a più banche dati e la vendita di prodotti aggiuntivi non erano una priorità per la maggior parte dei media tradizionali. Le ragioni principali sono ben note : cultura tecnologica e investimenti insufficienti – che hanno lasciato il campo totalmente aperto ai ‘’pure players’’, che hanno fatto un uso moderno e produttivo di entrambi i fattori, le banche dati e i nuovi canali commerciali. Le cose però stanno cambiando. Lentamente ma stanno cambiando.