Il long form journalism dell’ Espresso e ”quel link sulla nostra pagina no!” del Corriere
Siamo vincoli o sparpagliati? Perdonate la citazione ma Pappagone s’ impone. Mentre con la cura Pratellesi l’ Espresso online prova a cambiare marcia e si apre alle nuove narrazioni, il Cdr del Corriere della Sera straccia l’ apertura al digitale intavolata con il direttore De Bortoli per colpa di un link galeotto sull’ home del “corrierone” a Linkiesta.
Tempo scaduto per l’  editoria italiana. Fondo del barile già raschiato. Anche l’ Inpgi avverte che non ci sono più fondi per i prepensionamenti, cambiate tattica oppure non riusciremo più a supportarvi.
Eppure esiste ancora una spessa e molto agguerrita frangia di giornalisti convinti che l’ apertura al digitale, l’ integrazione delle diverse forme di narrazione e la ricerca comune di un nuovo e redditizio (per tutti) modello di business, sia roba dell’ altro mondo, pura fanta-editoria.
di Marco Renzi
Ma andiamo con ordine. Questo il testo della lettera del Cdr del Corriere a De Bortoli:
<< Caro direttore, abbiamo visto con stupore che il nostro sito online ospita addirittura un link a un altro sito. Ci sembra una iniziativa incomprensibile, specie in un momento in cui stiamo discutendo, con tutte le difficoltà che conosci, su come rendere più redditizio il nostro di sito. Ti chiediamo, dunque, di interrompere quest’operazione che ha disorientato la redazione e che per altro è stata assunta senza neanche informare il Cdr, come invece è previsto dal Contratto. In caso contrario non riusciamo proprio a capire di che cosa dovremmo continuare a discutere. Un caro saluto Il Cdr>>
Alla lettera del Cdr il Direttore risponde così (possibile che il caso Barilla non abbia insegnato nulla a nessuno?):
<< Cari colleghi, la presenza di un box del sito Linkiesta è un’iniziativa di marketing, e come tale collocata nella terza colonna del nostro sito riservata a questo tipo di iniziative. E’ prevista per un mese con due uscite settimanali. Al termine di questo periodo sarà fatta una valutazione del risultato. Non si tratta di un’iniziativa editoriale del Corriere (e per questo motivo non comportava comunicazione all’organismo sindacale da parte della direzione) e non ha alcun rapporto con il confronto in atto sul piano editoriale e organizzativo della nostra testata. Cordiali saluti Ferruccio de Bortoli>>
Ma al cdr sono tutt’altro che soddisfatti e replicano chiedendo un incontro urgente al direttore paventando : << un serio problema di rapporti tra marketing e contenuti giornalistici >>. Non solo, per rimarcare la serietà del problema, aggiungono : << …tra qualche tempo a qualcuno potrebbe venire in mente di collocare un link, per esempio, con La Stampa >>.
Questo accade in Via Solferino, Milano, Italia, fra il 20 e il 22 ottobre. Non il secolo scorso, due giorni fa!
Mentre a Milano succedono queste cose, a Roma, il sovversivo Marco Pratellesi (reo di aver difeso a spada tratta persino il Festival Internazionale del giornalismo di Perugia) decide di pigiare forte con il piede sull’accelleratore, senza paura, e con il coraggio di un vero leone prende, chiama la Paola Bacchiddu, giornalista digitale informata sui fatti, e le fa una proposta davvero “indecente”. Mettiamo in home un pezzo diverso. Fammi una “timeline” dell’ inchiesta Snowden. Lei esegue, il pezzo è in pagina, oggi.
Pura narrazione digitale, secondo i nuovi paradigmi. Long form journalism senza se e senza ma. Uno scandalo.
…e adesso che cosa succederà ?