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Informazione: ora anche gli anziani (ma quelli che vanno online) preferiscono il web ai giornali

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Fra i vari aspetti della ricerca 2013 sull’ informazione digitale realizzata dal Reuters Institute for the Study of Journalism dell’ università di Oxford (‘’Tracking the Future of News’’), è passato quasi sotto silenzio un dato rilevante che al contrario, giustamente, sottolinea  Alan D. Mutter in una delle sue Reflections of a Newsosaur: il fatto cioè che i siti web hanno superato i giornali come fonte preferita di informazione in ogni fascia d’ età, anche in quella degli ultra 55enni.

 

Mentre infatti è sempre più chiaro da tempo, osserva Mutter, che i più giovani sono più propensi rispetto ai più anziani a utilizzare fonti digitali per informarsi, gli editori sono ancora convinti di continuare a godere della fedeltà dei lettori di mezza età e di quelli più anziani.

 

La ricerca, compiuta con 10.843 interviste nelle zone urbane di Brasile, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Giappone, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti, ha accertato invece che la maggioranza degli utenti di ogni fascia di età indica ora i media online più dei giornali su carta come la loro principale fonte di notizie.

 

Fermo restando però che, mentre sotto i 45 anni l’ online batte nettamente anche la tv, fra gli ultra 45enni la televisione resta il primo mezzo di informazione:

 

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Certo, spiega Mutter, lo studio è stato condotto online e quindi “i risultati sottostimeranno le abitudini di consumo delle persone che non sono online”,  come ha chiarito David A. L. Levy, il direttore della ricerca, che ha descritto questi ultimi come “più anziani, meno abbienti e con una educazione curricolare limitata.”

 

Ma, nonostante questa limitazione – osserva Mutter – , i risultati dimostrano un divario generazionale coerente e non ambiguo nel consumo dei media in tutti i paesi esaminati.

 

Come mostra la tabella 1, più della metà degli intervistati nei gruppi di età 18-34 anni preferiscono le  fonti online rispetto ai giornali su carta come fonte di notizie primaria. Al contrario, solo il 7% di quelli sotto i 35 anni cita i giornali come fonte principale.
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Ma la scoperta davvero sorprendente è che i siti online vengono citati come fonte principale di informazione da tutti i gruppi di età, anche da quelli più anziani. Sono il 32% nella fascia 45-54 anni, rispetto all’ 11% che indicava i giornali. E negli ultra 55enni, le fonti online battono i giornali per 21% a 18%.

 

Negli Stati Uniti, l’ inclinazione al digitale è ancora più pronunciata. Come si vede nella figura 2, i dati delle indagini supplementari forniti da Nic Newman, un co-autore dello studio, mostrano una preferenza più forte nella maggior parte delle fasce d’ età negli Usa per il consumo di notizie on-line rispetto al resto del mondo. Secondo un altro dato, che dovrebbe essere particolarmente agghiacciante per gli editori, gli americani si affidano molto meno ai giornali rispetto agli intervistati degli altri paesi del mondo.

 

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Cercando di misurare il consumo di informazione in un altro modo, i ricercatori di Oxford hanno chiesto agli intervistati in tutti i nove paesi quali media avevano usato nel corso della settimana precedente.

 

Mentre più dei tre quarti della fascia under-45 hanno detto di essere andati online, meno di un terzo degli intervistati dei tre gruppi più giovani ha dichiarato di aver letto un giornale. Come mostra la figura 3, più del 70% di quelli ultra-45 si sono informati online, superando notevolmente il numero di individui che si erano invece rivolti ai giornali nelle due fasce di età più elevate. Se quelli di età superiore ai 55 anni sono risultati i lettori di giornali più accaniti, appena il 54% di loro ha letto un quotidiano, contro il 71% che ha usato il web.

 

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Per quanto riguarda la televisione, i ricercatori di Oxford hanno rilevato una forte preferenza per le notizie online rispetto alla TV tra gli individui più giovani.

 

Mentre più della metà di quelli dei due gruppi di età più giovani (sotto i 35 anni) hanno citato i media online come principale fonte di notizie, meno di un terzo degli intervistati hanno indicato la tv.  Come si vede nella figura 4, la preferenza per la TV ha superato il web solo fra gli ultra 45enni.

 

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Presi individualmente e collettivamente, questi cambiamenti radicali nel comportamento dei consumatori rappresentano per la maggior parte di editori e broadcaster una grande sfida per la sostenibilità economica immediata e a lungo termine delle loro aziende – commenta Mutter -.  La posta in gioco – aggiunge – è alta perché le aziende che vendono accesso a lettori e  spettatori non possono sopravvivere se il loro pubblico se ne scappa via.