Le  ultime cifre sulla loro diffusione in GB mostrano ad esempio un aumento del 16% digitale (+29.000 ‘’copie’’) di fronte a un calo del 3,6% della diffusione su carta, pari a 314.000 copie.
Per gran parte delle testate inoltre comunque la diffusione digitale, che avviene soprattutto su tablet, è tuttavia ancora inferiore al 3% della diffusione globale.
Grandi testate come l’ Ecomist non arrivano nel digitale a più del 5% della diffusione complessiva. Una crescita lenta rispetto ai dati di diffusione precedenti.
Questi risultati – segnala Periodistas21 - confermano i dati degli Stati Uniti, dove comunque la diffusione delle edizioni digitali è lievemente superiore, anche se non basta a frenare il calo della carta.
Come nel caso dei quotidiani, la ragione principale – secondo il sito spagnolo – sta nello scarso sviluppo di nuovi abbonati sul digitale. La maggior parte della crescita degli abbonamenti alla stampa digitale viene dalla migrazione degli abbonati alla carta verso i nuovi supporti e dalle offerte congiunte carta/online.
I risultati sono invece migliori in quei gruppi editoriali che non offrono sul digitale delle semplici copie delle edizioni su carta. Ad esempio, Future Entertainment Group raggiunge già il 20% della sua diffusione con le edizioni online di testate rivolte a un pubblico giovane o nativo digitale, come T3, PC Gamer o le riviste ufficiali di Xbox o PlayStation.
Fra i magazine britannici di grande consumo, Men´s Health è in testa alla classifica di diffusione digitale, con 12.676 copie, il 6% circa della sua diffusione. Segue GQ con 11.779 (9%).
Tutte le edizioni dell’ Economist -eccetto quella Usa – raggiungono 30.000 edizioni di fronte a più di 640.000 copie cartacee diffuse.