Personalizzare l’ informazione: un giornale olandese offre abbonamenti non alla testata ma ai giornalisti

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1.79€ al mese per un singolo giornalista [16.99€ annui]. Oppure 4.49€ per un ‘’pacchetto’’ completo di 12 giornalisti [37.99€ annui].

Sono i prezzi proposti da De Nieuwe Pers (il nuovo Pers), una applicazione che offre ai lettori la possibilità di sottoscrivere un abbonamento non all’ intera produzione della testata, ma  anche ad un singolo giornalista, come racconta Pier Luca Santoro sul Giornalaio.

 

Attualmente il giornale offre la possibilità di abbonarsi a una dozzina di ‘’firme’’. Ma presto l’ offerta potrebbe allargarsi ad un numero superiore di professionisti ed includere anche alcuni fotografi.

 

E’ in fondo la linea che Mathew Ingram suggeriva alle testate tradizionali aprendo, su PaidContent, una nuova discussione sulle strategie alternative di monetizzazione dei contenuti giornalistici.

 

Commenta Santoro:

 

L’ iniziativa è sicuramente interessante perché finalmente esce dalla tradizionale idea, legata alla concezione di prodotto editoriale cartaceo, di offrire al lettore, di costringere le persone ad acquistare un giornale o una rivista “completa” con contenuti che va da sè in parte sicuramente non interessano.

Dall’altro lato però trasforma il giornalista in brand. Se di fatto si tratta di una tendenza già in atto come testimonia il fatto che molti giornalisti, anche in Italia, abbiano individualmente più followers su Twitter e Facebook che le testate per le quali lavorano, pone una ulteriore minaccia per i newsbrand.

Non è un caso infatti che in diverse testate, una per tutti «The Economist», non compaiano mai le firme, i nomi dei giornalisti che hanno redatto l’articolo poichè “la garanzia” è data dal marchio della testata.

Quando il prodotto editoriale è il giornalista le pubblicazioni editoriali perdono immagine e forza, appeal, anche nei confronti degli investitori pubblicitari oltre che del lettore.

E’ un aspetto al quale prestare estrema attenzione.

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