Quotidiani Usa, la voracità dei multimiliardari fa vacillare il tabù del profitto
La campagna acquisti di grandi testate Usa da parte di multimiliardari come Bezos, Buffett, Henry, ecc.  comincia a incrinare il tabù del sostegno pubblico alla stampa, che per tradizione in questo paese suona quasi come una bestemmia. Partendo da un ulteriore episodio di questa ondata di acquisizioni – il tentativo (non andato a buon fine, per ora) dei miliardari fratelli Koch di rilevare la Tribune Company, a cui fanno capo due grosse testate come il Los Angeles Times e il Chicago Tribune -, Policymic, un sito di ispirazione democratica molto influente fra i ‘millennials’ americani (i giovani sotto i 30 anni),  si chiede: se ci sono la National Public Radio e il Public Broadcasting Service, che vivono di contributi governativi, perché non cominciare a pensare anche a quotidiani non-profit?
In un articolo intitolato ‘’Jeff Bezos Buys Washington Post: It’s Time to Think About Nonprofit Newspapers’’, Benjamin Cosman, uno dei redattori, osserva: ‘’Certo, immaginare un giornale sponsorizzato dall’amministrazione Obama, che sta attaccando giornalisti e informatori a destra e a manca, non sarebbe l’ idea migliore. Ma siccome c’ è una sufficiente separazione fra amministrazione pubblica e NPR-PBS, una soluzione analoga per i giornali sembra perfettamente praticabile’’.
Si tratta comunque di scegliere quale veleno assumere, in realtà – rileva il sito-. Il giornalismo è un campo imperfetto con nobili aspirazioni che finiscono quasi sempre per essere contaminate. Per quanto ci potrebbe far piacere non esiste nessun giornale libero-dalle-ideologie. Con una proprietà di tipo privato e l’ obbiettivo del profitto, passa sempre, a vari gradi, un messaggio di sottofondo. Lo stesso può benissimo essere vero per un giornale pubblico e non-profit. Ma l’ obiettivo dovrebbe essere quello di spostare la concentrazione della proprietà da poche a molte mani – qualcosa che le acquisizioni alla Bezos e alla fratelli-Koch certamente non fanno.