Il primo, chiamato “Truth Tellerâ€, è in corso di sperimentazione al Washington Post. Il secondo, ‘’Thread’’,  riguarda un prototipo per la raccolta e la registrazione di storie orali destinate altrimenti all’ oblio. Il terzo, ‘’Textizen’’, è un insieme di strumenti che offrono ai cittadini nuove possibilità di intervenire nella vita pubblica di una comunità .
La ‘’bocca della verità ’’
Al «The Washington Post» tira aria di cambiamento e innovazione, scrive Pier Luca Santoro sul suo Giornalaio. Dopo “Live Gridâ€, formato di live blogging multimediale, e “Post Pulseâ€, segnalati e commentati il 22 gennaio scorso, adesso viene lanciata la bocca della verità in tempo reale.
“Truth Tellerâ€, ancora in fase di prototipo, è un’applicazione realizzata da quotidiano statunitense con il finanziamento della Knight Foundation che verifica le affermazioni dei politici in tempo reale.
Secondo quanto spiega il giornale – racconta Santoro – viene utilizzata la tecnologia di Microsoft Audio Video Indexing Service [MAVIS] per estrarre i file audio dai video dei discorsi dei politici e trasformarli in testo combinandoli al database di informazioni del quotidiano o a fonti esterne per il fact checking, la verifica delle affermazioni in tempo reale.
Guardando le prime realizzazioni pubblicate il risultato è davvero interessante. In un unico spazio vi è il video del discorso, la trascrizione dello stesso al cui interno sono evidenziate le porzioni di testo che sono state verificate alle quali si ha accesso come mostra lo screenshot sottostante.
Ottima iniziativa sia perchè – conclude – riporta, finalmente, il giornalismo ed i giornali al loro ruolo di watchdog che per la pregevole realizzazione grafica, oltre che tecnologica, con lo splash a tutta pagina di grande impatto per la storia principale.
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TKOH, un sito che ha vinto uno dei premi del Knight News Challenge, sta lavorando per creare uno strumento per raccogliere racconti orali da parte di bambini, nonni, audiofili e, perché no, giornalisti. Dovrebbe trattarsi di una app leggera per dispositivi mobili con cui registrare storie semplici. Che per il momento è stata battezzata ‘’Thread’’ .
“E’ un bisogno che tutti noi sentiamo”, dice Kacie Kinzer, di TKOH. “C’ è sicuramente qualcuno che conosciamo, un amico, un membro della famiglia, che ha storie incredibili che devono essere assolutamente raccolte e conservate’’.
Kinzer, artista interattiva e designer, ha raccontato di aver creato qualche anno fa una cosa del genere per registrare qualche racconto dei suoi parenti in occasione di riunioni di famiglia. Aggiungendo che, con i co-fondatori di TKOH, Tom Gerhardt e Caroline Oh, stanno approfondendo l’ idea per realizzare una applicazione facile e intuitiva per chiunque che voglia cominciare, sia vecchio o giovane.
I giornalisti hanno certamente una buona familiarità con strumenti e applicazioni per registrare in video o in audio su smartphone o tablet, aggiunge Kinzer. L’ applicazione dovrebbe riguardare anche loro, certo, ma è rivolta soprattutto all’ esterno dell’ ambiente giornalistico. ‘’Pensiamo a una piattaforma aperta che la gente possa usare come meglio vuole’’, precisa Kinzer a NiemanLab.
L’ estate prossima, TKOH organizzerà tre test pilota in varie zone, cominciando dagli allevatori del New Mexico. I test saranno fondamentali per scoprire come le persone interagiscono con l’ applicazione e quali problemi nasceranno.
Textizen, un altro dei vincitori dei premi della Knight News Challenge, punta invece a dare una spinta all’ impegno civile attraverso una suite di strumenti tecnologici che permettono ai cittadini di lasciare dei feedback sui problemi della propria comunità . Utilizzando i 350.000 dollari della Fondazione, Textizen progetta di espandersi cominciando  a lavorare in alcune città .
Textizen è un ibrido tra il fisico e il digitale che dà alle persone di una comunità dei suggerimenti per chiedere risposte alle questioni importanti della propria città . Ma invece di utilizzare lo strumento dei sondaggi,  le risposte vengono gestite tramite dispositivi mobili.
Se ad esempio – spiega NiemanLab – un’ amministrazione progetta di realizzare un incrocio, utilizzando Textizen potrebbe ottenere dai residenti delle risposte più ampie e meno aleatorie che non attraverso un sondaggio con dei volantini. E sarebbe in grado di monitorare molto meglio l’ opinione dei cittadini anche sul piano grafico.
I sondaggi via web non sono certo delle tecnologie nuove – aggiunge NiemanLab -, ma  Textizen le trasforma in uno strumento sul mobile trasformano il sondaggio in una sorta di chat. Dopo aver mandato via sms la loro prima risposta iniziale, gli utenti possono inviare una nuova domanda, e l’ indagine comincia ad assomigliare a una sorta di batti-e-ribatti che uno può avere con un amico che fosse davvero in servizio all’ interno dell’ amministrazione.
“Textizen consente di trasformare un sondaggio in una conversazione eliminando molta burocrazia’’, osserva Michelle Lee, CEO dell’ azienda. Il software, aggiunge, è disegnato per aiutare i comuni a raggiungere un nuovo tipo di coinvolgimento dei cittadini e ad essere in questo più creativi.