Usa: continuano i tagli nelle redazioni (anche se crescono i salari per i giovani giornalisti). E i contenuti ?
Una piccola schiarita: all’ inizio di questa settimana uno studio pubblicato dalla Nace (National Association of Colleges and Employers) annunciava che i salari dei giovani giornalisti americani erano in crescita, essendo passati  da 39.600 dollari del 2011 a 41.000 dollari nel 2012, con un incremento del 3,3%, come  ricostruiva Poynter, spiegando che la crescita era dovuta soprattutto alle testate della East cost.
La buona notizia è stata però messa in ombra dai programmi di tagli e licenziamenti nelle redazioni di molte redazioni Usa, anche importanti, che continuano ad essere annunciati.
Per la quarta volta in 5 anni il New York Times ricorre a una ‘’cura dimagrante’’, anche se –  osserva lefigaro.fr – , i licenziamenti saranno meno del previsto perché i licenziamenti volontari sono stati superiori alle previsioni. E alla Reuters hanno annunciato il taglio di 3.000 posti di lavoro (su 50.000 addetti del Gruppo  Thomson Reuters), soprattutto nel settore amministrativo. Mentre il gruppo  Time, a cui fanno capo i magazine Time, FortuneeSports Illustrated, ha appena annunciato una riduzione del personale dipendente (8.000 persone) di circa il 6%. In pratica da 500 a 600 addetti per strada.
Che effetti produrrà questo continuo processo di riduzione della forza lavoro nelle redazioni tradizionali?
Il quadro non è chiaro, ma, secondo Marie-Catherine Beuth, almeno due tendenze colpiscono.
– La prima riguarda il problema dell’ impatto sui contenuti.
Nei primi 5 quotidiani americani sono rimasti non più di 12 redattori a coprire i temi dell’ ambiente. I problemi ecologici sono diventati accessori ?
– La seconda è che giornalisti di grande esperienza emigrano verso le testate digitali accrescendo la concorrenza e la pressione sui ‘’giganti’’ del vecchio mondo.