Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Celebgate: esplode l’ autofotografia erotica, nuova pratica di selfie

GunthertIl furto e la diffusione attraverso ‘4chan’ di varie dozzine di foto di celebrità nude nei giorni scorsi è al centro di una interessante riflessione di André Gunthert su Culture Visuelle.

Lasciando da parte la dimensione più dibattuta della vicenda, quella della sicurezza dell’ Icloud (che questo episodio non mancherà di contribuire a rafforzare) e altre lamentazioni sulla fine della vita privata (il furto non significa la fine della proprietà), quello che colpisce in queste immagini – dice lo studioso – e che ne costituisce evidentemente il valore (a causa del nuovo paradigma dell’ autenticità che regge i meccanismi di registrazione dell’ immagine) – ‘’è la loro banalità e la loro intimità’’.

 

Non si tratta, come al tempo delle foto di Estelle Halliday, di scatti di paparazzi rubati su una spiaggia – spiega Gunthert -. Si tratta di immagini quotidiane realizzate dai personaggi stessi, spesso dei selfie di cattiva qualità, che coprono una ampia gamma, dall’ esibizione al gioco sessuale, in cui si riconoscono star e starlette, ma in cui si vedono soprattutto giovani donne che si autofotografano in modo molto naturale, come possiamo fare io e voi, come chiunque abbia una vita sessuale e no smartphone.

 

Non si può che condannare il furto dell’ intimità di queste giovani donne, il cui solo torto è essere famose. Ma questo incidente – spiega lo studioso – ha un valore di segnale. Se si pensa a una iconografia per definizione nascosta agli sguardi, che esiste solo per essere condivisa in seno a una coppia o in una piccola cerchia di amici intimi, la manifestazione del carattere assolutamente banale della pratica dell’ autofotografia erotica è una informazione preziosa.

 

Più ancora delle pratiche sessuali stesse, questi utilizzi fotografici, vecchi come gli stessi mezzi di registrazione delle immagini, sono particolarmente difficili da osservare e da documentare, a causa del discredito che colpisce l’ immagine pornografica, unanimamente condannata. Come spesso accade in materia amorosa o sessuale, le pratiche delle star, quando vengono rivelate in maniera fraudolenta, sono indicative di una evoluzione di tutta la società. E quello che ci dicono, queste immagini rubate, nella loro gioiosa noncuranza, è la normalizzazione e la prodigiosa espansione di un genere autonomo, stimolato dall’ autonomia digitale e dalla connessione generalizzata.

 

Più del selfie classico, l’ autofotografia erotica è un genere molto lontano dai modelli di bellezza irraggiungibili dell’ industria. Oppure, il fatto che la cattiva qualità delle pose non abbia in questo caso nessuna importanza è una lezione che deve far riflettere, per quello che suggerisce in termini di indipendenza reale in rapporto ai modelli culturali (…). Malgrado l’ insopportabile sessismo che ha motivato il furto di queste immagini – conclude Gunthert -, le attrici non hanno niente da recriminare in relazione alle loro immagini. Queste ultime non fanno che tenderci uno specchio – o, meglio ancora, dare un po’ di legittimità a una delle nostre libertà private.