Codice etico â€fai da te†per l’ ecosistema giornalistico?
Nel mix dell’ informazione odierna – che include testate tradizionali e start-up, reporter e blogger -, si può forse concordare su un codice etico ‘universale’? Meglio buttar via i valori tradizionali, oppure estenderli in base alle dinamiche in atto in Paesi e culture diversi?
Domande complesse che richiedono accesso a risorse collettive grazie alle quali studenti di giornalismo e altre entità possano elaborare un codice etico personale, oltre che per aiutare i tanti ‘nuovi giornalisti’ che oggi non sanno neppure dove iniziare per definire il proprio percorso deontologico.
Queste le premesse alla base del progetto appena lanciato dalla Online News Association, ovviamente di stampo aperto e collaborativo.
Dove è già disponibile un Google Doc con dieci concetti fondamentali che trovano d’accordo un po’ tutti: dire la verità ed essere equilibrati, evitare il plagiarismo, non prendere soldi per forzare certi passaggi o favorire certe persone, correggere al volo gli errori e massima trasparenza, niente conflitti d’interesse, etc. Il documento riassume i pilastri di 15 codici etici dell’ambito professionale relativi a 10 Paesi diversi.
Successivamente si prevede di toccare questioni su cui esiste parecchio disaccordo, tra cui se informare o meno da un preciso punto di vista politico (con obbligatorio disclaimer) oppure se riportare citazioni oltraggiose e offensive. O ancora, come fanno certe testate nazionali, se rispettare alla lettera o meno i dettami delle religioni statali, mentre per altre ciò è un anatema.
La speranza del team della Online News Association è che le risorse e i materiali che verranno raccolti e prodotti cammin facendo tornino utili alle scuole di giornalismo e ambiti analoghi di ogni parte del mondo: «il progetto punta a diventare un’importante risorsa condivisa, e i docenti potrebbero chiedere agli studenti di proporre esempi e link a cui arrivano tramite il nostro sito».
In definitiva, un’ iniziativa puntata sul ‘do-it-yourself’ proprio perché oggi la professione ingloba individui e organizzazioni assai diversi tra loro, con obiettivi e filosofie anche contrapposte, e diventa sempre più difficile definire in maniera adeguata ‘chi è’ davvero il giornalista.