Lo segnala il Washington Post, spiegando che può essere un’ idea allettante in un mondo in cui il flusso di contenuti comincia a provocare una situazione di caos, dove molte persone controllano il cellulare ancora prima di alzarsi dal letto, in cui vengono fatte più di 18 miliardi di ricerche in un mese e in cui Buzzfeed ha scritto non meno di  22.500 articoli sui gatti.
C’ è così tanto “contenuto” in giro – commenta sul WP Caitlin Dewey – che sembra sia inutile e controproducente cercare di tenere il passo. Anche perché storie importanti vengono sepolte sotto una valanga di risultati quando si va a fare ricerche su Google. E tutto ciò produce anche una sorta di crisi esistenziale, a cui esattamente PaperLater cerca di rispondere. Vendendo un’ idea, un sentimento. Così come del resto stanno facendo altre aziende.
Newspaper Club,  l’ azienda editoriale on-demand a cui fa capo PaperLater, promette  “la gioia di avre fra le mani qualcosa di fisico”. Memeoirs consente ai clienti di trasformare le conversazioni su WhatsApp e i messaggi di Facebook in libri ricordo. Tweetbook trasforma i tuoi feed Twitter in un PDF stampabile tipo diario.
E anche gli editori solo online, come Grantland e Pitchfork, hanno iniziato ad offrire come prodotti su carta (a prezzi non irrilevanti!) delle raccolte di post già disponibili online gratuitamente.