Esperimenti e innovazioni nei modelli di nuovo giornalismo

AshokaI moderni mezzi di comunicazione che lottano contro l’ incertezza sul futuro del giornalismo dovrebbero tenere d’ occhio alcuni imprenditori sociali che stanno lavorando come pionieri nella costruzione di nuovi modelli mediatici attraverso la rivisitazione dei ruoli del pubblico, del giornalista e dell’ azienda.
 
Ne parla su Forbes.com Laxmi Parthasarathy (@laxmisarathy), un manager della Global Media Partnerships e collaboratore di Ashoka, un network dedicato all’ innovazione sociale.

 

Si tratta di tre imprenditori, che hanno descritto la loro attività al Deutsche Welle Global Media Forum, dei primi di luglio. Tutti e tre – scrive Ashoka su Forbes.com –  hanno di fronte una realtà in cui il citizen journalism è una norma e quasi 3-4 miliardi di persone sono online, mentre il cambiamento e il crollo delle gerarchie stanno facendo spazio a una società più orizzontale e più decentrata.

 

La loro azione si inserisce quindi nel processo di trasformazione che travolge i modelli esistenti di trasmissione dell’ informazione dall’ alto al basso e di consumo dei media tradizionali.

 

Così li descrive Ashoka su Forbes.com.

 

1)      Giornalismo internazionale di alta qualità, affidabile e conveniente

 

CristiLa corrispondente dall’ estero Cristi Hegranes ha studiato il modo con cui le testate giornalistiche hanno chiuso i loro uffici all’ estero per risparmiare sui costi di gestione, limitando così l’ accesso dei giornalisti a varie vicende e fonti e restringendo il fuoco su casi di alto profilo di guerra e povertà. In risposta, Hegranes ha fondato il Global Presse Institute (GPI) dimostrando come sia possibile che informazioni a costi accessibili, di alta qualità e su vari argomenti possano essere prodotte consentendo alle comunità stesse di raccontare le loro vicende.

Hegranes contesta l’ idea che solo dei giornalisti professionisti con istruzione e formazione univesitaria, legati alle principali testate, siano in grado di produrre contenuti di qualità. Il GPI fornisce una rigoroso training di sei mesi, e poi impiega coloro che completano questa formazione nella copertura di questioni internazionali per il Global Press Journal. GPI ha già stretti accordi di syndication con più di 25 importanti media di tutto il mondo.

Questo modello può essere uno standard che le testate potrebbero adottare a livello globale?

“Ritengo che il GPI sia un ambiente mediatico utopico: non abbiamo inserzionisti, non siamo influenzati dalle grandi aziende, non abbiamo donatori che ci dettano contenuti – ha detto Hegranes -. E’ un’ occasione per sperimentare una nuova fase giornalistica, non vincolata alle forme tradizionali”.

 

2)      Accesso all’ Informazione

Sascha_Meinrath-UNITED-STATESSascha Meinrath  crede che i media non possano più operare efficacemente in un mondo in cui grandi segmenti della popolazione sono svantaggiati da connessioni a internet povere. “E’ un modello di business che proprio non può funzionare”, dice.

Come direttore di X-Lab e fondatore dell’ Open Technology Institute, Meinrath sta affrontando la questione dell’ accesso attraverso lo sviluppo di una rete wireless a maglie, che consente percorsi di comunicazione multipli ad un singolo network, e quindi permette agli utenti di collegarsi direttamente gli uni con gli altri.

Questa rete non richiede un trasmettitore situato in posizione centrale e permette agli utenti di superare gli ostacoli fisici e tecnologici. Una soluzione ideale nelle zone dove ci sono ostacoli alla libertà di stampa, o dove l’ accesso a Internet è controllato e monitorato.

“Più inclusivi siamo, maggiori benefici ci saranno per tutti quelli che sono dentro quel sistema”, spiega Meinrath. Potrebbe essere una soluzione per i media che lottano per fornire contenuti obiettivi ed equilibrati in un regime oppressivo? Potrà portare a una più aperta e trasparente condivisione dei contenuti? Meinrath è ottimista.

3)      Modelli di reddito alternativi per il giornalismo

VucinicMolte piattaforme di nuovo giornalismo vengono lanciate con il sostegno finanziario dei principali investitori della Silicon Valley, ma ci sono molte startup e nuove testate alternative che stanno ancora lottando per trovare i fondi necessari per partire e sostenersi in mercati dei media che sono altamente controllati e regolamentati.

Sasa Vucinic, un  giornalista di  Belgrado ammette che qualsiasi autorità o istituzione può impostare e declinare l’ agenda dei contenuti creando una dipendenza da chi fornisce i finanziamenti. Questo impedisce un giornalismo obbiettivo e la condivisione di informazioni accurate. In risposta, Vucinic ha co-fondato il Media Development Loan Fund (MDLF), un fondo di investimento sociale che offre finanziamenti accessibili ai media indipendenti.

Quando una testata viene selezionata per essere sostenuta, essa viene guidata attraverso un processo di gestione e viene collegata a una rete di altri media. In questo processo, il fondo garantisce che tutti gli aspetti della nuova testata siano ben gestiti e allineati con gli obiettivi strategici. Allo stesso tempo, il fine ultimo è quello di eliminare la dipendenza dalla rete di MDLF per conquistare la sostenibilità finanziaria.

Herganes, Meinrath e Vucinic: tutti e tre  hanno sviluppato le loro capacità di empatia in modo da riuscire a capire i bisogni dei mercati emergenti in un mondo in rapido cambiamento. Essi stanno favorendo lo spostamento del potere da vecchie tattiche e strategie a soluzioni collaborative e reticolari. Il vecchio modello dell’ informazione top-down prodotta dalle élite ha sempre tagliato fuori i cittadini che vogliono invece impegnarsi attivamente e collegarsi ad una comunità globale, e che vogliono dare un senso al cambiamento che li sta coinvolgendo.

E ‘chiaro che nessuna singola innovazione potrà garantire il futuro successo del settore dei media – conclude Forbes -. Ci vorranno più persone creative – e in gradio di risolvere i problemi con flessibilità, inclusione ed empatia – che lavorano in modo collaborativo per aggiungere valore a un contesto multimediale in così fiorte evoluziuone.

Questi tre interessanti imprenditori sociali e molte altre promettenti innovazioni multimediali  dimostrano che c’ è già qualcuno che sta cominciando ad affrontare questi problemi.